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Tra colori e culture, lo stile cosmopolita di Stella Jean

Impegno sociale e moda etica: ecco il Laboratorio delle Nazioni della stilista italo-haitiana


Una moda che parla tante lingue e attraversa i confini. Stella Jean è oggi un’affermata stilista e imprenditrice, famosa per aver creato un nuovo concetto di moda basata sul multiculturalismo e sulla filiera sostenibile.

Nata e cresciuta a Roma da madre haitiana e padre torinese, Stella inizia il suo percorso nell’Alta moda come indossatrice, per poi capire in breve tempo la sua reale vocazione: raccontare la sua storia e il suo Dna attraverso i suoi capi, rendendo stoffe e accostamenti un vero e proprio mezzo di comunicazione. Emblema del mètissage, il brand si basa sull’accostamento tra due culture apparentemente diversissime, quella italiana e quella haitiana: Stella si identifica in entrambi i mondi, e li mantiene vivi all’interno delle sue creazioni.


Ecco che allora la moda diventa qualcosa di più di semplice intrattenimento o puro senso armonico


I lavori del marchio, infatti, sono di forte impatto non solo estetico, ma anche umano: ogni collezione è il risultato della costruzione di un vero e proprio ponte culturale tra il savoir-faire italiano e l’artigianato locale di un paese in via di sviluppo (o a basso reddito) via via diverso per ogni stagione, come Perù, Haiti, Burkina Faso, Mali e altri in Sud America, Africa e l’Asia.

Quello proposto dalla designer è dunque un crossover culturale con un importante impatto sulla riduzione della povertà che contribuisce allo sviluppo di queste realtà, fornendo opportunità di lavoro dignitoso per donne di tutto il mondo. Si tratta di un vero e proprio scambio di know-how direttamente sul campo, che crea occupazione, imprese e formazione legate al recupero di antiche competenze e risorse.

Il risultato è un enorme “Laboratorio delle Nazioni”, come lo definisce Stella, un movimento di cooperazione internazionale che unisce diverse mani artigiane con l’obiettivo comune di promuovere un patrimonio culturale dimenticato o sconosciuto e renderlo motore di sviluppo sostenibile.
Per la stagione SS20, ad esempio, la stilista ha presentato una collezione realizzata con ricami fatti a mano dalle donne della comunità Kalash a nord-est del Pakistan, che vive in prossimità del confine con l’Afghanistan: è la prima volta che questi motivi tradizionali hanno lasciato le loro valli per essere presentati a un pubblico internazionale.

Stella Jean in Pakistan – immagine tratta dal sito Internet della Maison © Stellajean.it

La Maison porta avanti la propria missione di multiculturalità applicata alla moda non solo attraverso gli abbinamenti di stoffe e colori, ma con tutti i mezzi a propria disposizione. Nel corso di quest’anno il brand ha lanciato un progetto di sensibilizzazione sociale in cui la nuova Italia multiculturale viene evidenziata attraverso i ritratti di venti donne: italiane al di là di ogni pregiudizio, di ogni tonalità di incarnato, indipendentemente dalle caratteristiche fisiche o dalle convinzioni.

Stella Jean, che a giugno è scesa in piazza per mostrare il suo sostegno a favore della causa “Black lives matter”, è la prima stilista nera italiana membro della Camera della Moda, e al momento anche l’unica: da tempo, infatti, la designer si batte per ottenere una maggiore “diversity” all’interno del settore, denunciando in una recente intervista per “Business Of Fashion” la presenza di un razzismo sistemico nel panorama fashion nostrano. La donna ha esortato i leader dei principali marchi di moda ad andare oltre la pubblicazione di quadrati neri sui social media, spingendoli ad affrontare prima la mancanza di diversità all’interno delle loro strutture aziendali.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

In copertina: Stella Jean in Burkina Faso – immagine tratta dal sito Internet della Maison © Stellajean.it

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