Le tappe della vita della stilista, a 50 anni dalla sua morte
Cinquant’anni fa moriva a Parigi la couturière francese Coco Chanel, icona di stile e di eleganza del Ventesimo secolo, che continua ancora oggi ad affascinare e ispirare le nuove generazioni.
Intanto, la Maison ha svelato il “19M”, il quartier generale dei “Métiers d’Art” in costruzione ad Aubervilles, progettato dall’architetto Rudy Ricciotti e nato per raggruppare in un unico luogo 11 delle 25 imprese artigianali francesi appartenenti alla sua società “Paraffection” con il loro savoir-faire. La scelta del nome, ovviamente, non è casuale: «il 19 indica, oltre al giorno di nascita di Gabrielle Chanel, che la struttura sorge nel XIX arrondissement di Parigi; mentre “M” sta per Métiers d’Art, per moda, ma anche per maison e manifattura» ha raccontato alla stampa Bruno Pavlovsky, presidente del business moda di Chanel.
L’edificio a pianta triangolare, sviluppato su una superficie totale di 25mila metri quadri e avvolto da un esoscheletro di “fili” di cemento fibrorinforzato bianco alti 24 metri (un chiaro richiamo al tessuto), ospiterà 600 dipendenti provenienti da aziende specializzate – alcune delle quali fondate già a metà del diciannovesimo secolo: ricamatori, produttori di piume, di tessuti, calzature e guanti, tutti fornitori della casa di moda e del prêt-à-porter di lusso – nonché uno spazio espositivo a disposizione di artigiani, studenti e appassionati. L’inaugurazione, inizialmente prevista per l’autunno 2020, è stata riprogrammata – secondo quanto riportato dal quotidiano Le Monde – ed è attesa nel corso del 2021.
Ma come nasce il “mito” di Coco Chanel? Pantografo Magazine ripercorre le tappe principali della storia della stilista e i luoghi a lei cari nella Ville Lumière, ma anche le sue creazioni più celebri: dai primi cappelli al tailleur in tweed, passando per “la petite robe noire”, pezzi di storia ai quali il Palais Galliera di Parigi sta attualmente dedicando una retrospettiva.
Gabrielle Chanel nasce il 19 agosto 1883 a Saumur, (città francese nella Loira nota per il suo castello, inserito dall’Unesco tra i siti patrimonio dell’umanità), ma trascorre la sua infanzia e adolescenza nell’abbazia cistercense di Aubazine, insieme alle sue sorelle. All’età di 18 anni lascia l’orfanatrofio e inizia a lavorare come commessa alla maglieria “Maison Grampayre” di Moulins, dove inizia a mettere in pratica le nozioni di cucito apprese dalle suore; la sera si esibisce invece come cantante sotto lo pseudonimo di “Coco” in un cafe-concert, dove conosce Étienne Balsan, un ex ufficiale di cavalleria. Vivrà per anni nel suo castello, conducendo una vita agiata. Sarà proprio Balsan a presentarle il suo successivo amante, nonché l’uomo della sua vita, il capitano Arthur Edward Capel, detto “Boy”, un ricco esponente dell’aristocrazia inglese. Sia Balsan che Capel, al di là dei sentimenti, saranno fondamentali anche per la sua vita professionale, introducendola all’alta società e permettendole di aprire i suoi primi negozi. “Chanel Modes”, al numero 21 di rue Cambon, diventa il trampolino di lancio di Coco: qui, infatti, confeziona e vende cappelli. Nel 1912 apre invece la prima boutique Chanel nella località marittima di Deauville, in Normandia, e tre anni più tardi, forte del suo successo, raddoppia a Biarritz, dove nasce la sua prima collezione Haute Couture. Nel 1918 Coco riesce ad acquistare un edificio al 31 di Rue Cambon, a Parigi, che diventa il cuore della sua Maison, ed è tuttora il punto di riferimento del marchio nella Ville Lumière.
L’intero quartiere, situato a due passi da Place Vendôme, è oggi come allora la casa dell’alta moda parigina, e merita una visita anche solo per sognare ad occhi aperti. Si dice che Coco fosse solita frequentare il tavolo 45 del caffè Angelina, al 226 di Rue de Rivoli, luogo di ritrovo della nobiltà e dell’alta borghesia: la pasticceria, perfetta per una pausa “très chic”, si trova proprio accanto allo splendido Jardin de Tuileries.
Negli anni Venti la stilista lancia le sue iconiche fragranze, la prima collezione di maquillage e il celebre tubino nero, “la petite robe noire”, ispirato all’abbigliamento delle commesse parigine. Nel 1927 è già proprietaria di ben cinque edifici, tutti in Rue Cambon (dal numero 23 al 31).
Nel settembre 1928 acquista il terreno dove sorgerà Villa “La Pausa”, tra Mentone e Monaco: una dimora provenzale nella quale accoglie diversi amici, tra i quali il Duca di Westminster, Jean Cocteau, Pierre Reverdy e Salvador Dalí. Tre anni più tardi Gabrielle vola a Hollywood, su richiesta del produttore Samuel Goldwyn, per vestire le attrici dello studio United Artists, nei film “Tonight or Never” “The Greeks Had a Word for Them”. La sua esperienza negli States dura però pochissimo: il suo stile era considerato troppo “sobrio” per quei tempi.
Dopo essere stata costretta a sospendere la sua attività negli anni del secondo conflitto mondiale, a metà degli anni Cinquanta Chanel dà vita ad alcune delle sue creazioni più conosciute: la borsa trapuntata con catena “2.55”, il cui nome si rifà alla data della sua creazione, che consente a colei che la indossa di avere finalmente le mani libere, l’emblematico tailleur in tweed bordato e la celebre scarpa bicolor, con un elastico sul tallone per agevolarne la calzata.
Chanel dedica la sua vita a rivoluzionare la moda femminile, liberando il corpo della donna da corpetti e crinoline. I suoi sono abiti comodi, perlopiù in bianco e nero: giacche, pantaloni ampi, sobri abitini neri e cappellini, che parlano di una nuova forma di eleganza basata sulla libertà di movimento e su uno stile lineare ma chic.
Allo stile di Gabrielle – morta il 10 gennaio 1971 in una camera dell’Hotel Ritz, dove ha soggiornato durante i suoi ultimi 30 anni di vita – è dedicata la retrospettiva “Gabrielle Chanel, a Fashion Manifesto”, un’esposizione di 1500 metri quadri al Palais Galliera di Parigi, il Museo della moda, nei pressi del Trocadéro. In attesa della riapertura dei musei anche in Francia, sui canali social ufficiali del Galliera è possibile vedere alcune anteprime della mostra. Il percorso espositivo si divide in due parti: la prima, cronologica, rievoca i suoi inizi con alcuni pezzi emblematici, come la celebre marinière in jersey del 1916, ripercorrendo l’evoluzione dello stile di Chanel, dai tubini neri e i modelli sportivi dei ruggenti anni Venti agli abiti più sofisticati degli anni Trenta. La seconda parte, tematica, invita a esplorare i suoi codici di abbigliamento. La mostra, la cui chiusura è prevista per il 14 marzo 2021, potrebbe essere prorogata.
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In copertina: Gabrielle Chanel ph. © Getty Images Apic – via harpersbazaar.com