L’iniziativa è promossa da Lca Studio Legale e continua l’impegno nella promozione dell’arte contemporanea
Scavare negli archivi l’uno dell’altro, scegliere le immagini dei propri colleghi, adattare colori, e temi, agli spazi espositivi, decidere quali progetti, della produzione di ciascuno, mostrare ai visitatori. Come creare un percorso narrativo che affianchi le fotografie dei riti di passaggio degli adolescenti di Catania, ritratti in bianco e nero, ai colori degli abitanti del Villaggio dei Fiori nel quartiere Lorenteggio a Milano, fino alla desolazione della ‘buffer zone’ che divide in due l’isola di Cipro?
Questa la sfida su cui si sono cimentati i 5 fotografi membri del collettivo indipendente Cesura, per animare gli spazi della sede milanese di Lca Studio Legale – realtà del mondo del diritto che da anni supporta l’arte contemporanea, e soprattutto giovani artisti emergenti, attraverso il progetto Law is Art! –, nell’allestimento della mostra Cesura Collective. Un percorso espositivo che avrebbe dovuto essere inaugurato lo scorso aprile, ma che a causa della pandemia ha potuto essere ufficialmente “aperto” al pubblico solo con il suo finissage. Sette i progetti esposti dei fotografi Arianna Arcara, Chiara Fossati, Claudio Majorana, Valentina Neri e Alessandro Sala. Ed è proprio quest’ultimo a spiegare come è nata l’idea di esporre le immagini all’interno dello studio, in un momento in cui la pandemia aveva praticamente bloccato l’accesso a mostre ed eventi culturali.
«Siamo un gruppo di 18 fotografi (dei quali faceva parte anche Andy Rocchelli, il fotoreporter ucciso nel Donbass nel 2014 ndr) che lavorano insieme da 13 anni, ognuno con i propri progetti, ma puntando sulla condivisione in studio. In questo caso la scelta è stata quella di scavare nei nostri archivi e mettere delle foto mai viste, utilizzando le pareti dello studio per creare una logica di storie e progetti nati separati. Da qui prende il via il concetto di “cesure collettive”» spiega Sala, che aggiunge che il collettivo, fondato nel 2008 e con base nel piacentino, nasce proprio dall’esigenza di mantenere l’indipendenza editoriale e creativa di ciascuno di loro, e questa mostra ne è prova.
Sue sono le grandi fotografie della foresta lussureggiante di Sao Tome e Principe, dominate dal verde smeraldo, e quelle di una Johannesburg ritratta dall’alto, attraverso la lente dei binocoli solitamente utilizzati per ammirare il panorama e posti sulla terrazza del grattacielo Top of Africa. Scatti che sembrano stampati da una vecchia pellicola, piuttosto che stampati in digitale.
Stavo documentando la città 20 anni dopo la fine dell’apartheid, e diverse volte ho sentito da dietro che cercavano di rubarmi la macchina fotografica. Ero io al centro della città, l’unico uomo bianco. Così mi sono recato in cima al Top of Africa, e a quel punto i ruoli si sono invertiti.
Alessandro Sala
Ma c’è spazio anche per le drag queen del Toilet, lo storico locale milanese, e per la situazione drammatica dell’isola di Cipro, divisa tra Grecia e Turchia, e per ‘Po, the River’, un progetto che tutto il collettivo si era auto-assegnato, ma esplorato in modi diversi. Negli scatti di Arianna Arcata esposti è la natura a fare da protagonista, nell’idea del fiume come confine.
Cesura Collective è stata anche una l’occasione per Lca Studio Legale per riprendere le proprie attività nell’ambito del mondo dell’arte contemporanea, caratterizzato dalla volontà di esporre le opere in un contesto diverso da quello in cui sono generalmente fruite e di allargare così la platea di visitatori, come spiega Maria Grazia Longoni Palmigiano, partner dello studio e responsabile del progetto Law is Art!.
«Durante la pandemia abbiamo portato avanti diverse iniziative. Da una parte, Cartoline dall’interno, una riflessione di 26 artisti italiani su parole e linguaggio fruibile interamente online, e poi una serie di webinar».
In parallelo, continua, è stata organizzata la mostra con i fotografi di Cesura, ed è attualmente in corso un nuovo progetto in partnership con la Rufa, l’Accademia di belle arti di Roma, un altro istituto va ad aggiungersi alla Naba e all’Accademia di Brera di Milano, con le quali Lca collabora da alcuni anni. «L’iniziativa è legata ad arte e sostenibilità, e oltre agli studenti della Rufa, ha visto coinvolta l’azienda torinese Beeopak (di qui Pantografo Magazine aveva già scritto qui), produttrice di eco-imballaggi. I materiali utilizzato per la mostra saranno proprio il cotone e la cera d’api usate per la produzione di questo tipo di pellicole ecologiche. Tutte queste iniziative ci hanno permesso di tenere viva l’attenzione sul mondo dell’arte anche in questo periodo» dice l’avvocata. Il percorso espositivo sarà allestito a luglio, sempre negli spazi dello studio, ma inaugurato a settembre.
E poi, nella speranza che tutto torni alla normalità, sono due gli eventi autunnali in programma, entrambi di due artiste donne (ma non svela i nomi): a settembre a Palazzo Borromeo nell’ambito del miart, e a novembre nella sede milanese.
Immagine di copertina: Head of the Lion 2011-2017, Claudio Majorana / CESURA, Courtesy of Lca Studio Legale
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