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La casa? Dovrebbe essere smart, sostenibile e adattabile

L’Osservatorio Doxa registra l’insoddisfazione degli italiani sulle proprie soluzioni abitative e la ricerca di soluzioni “su misura”


La casa è in cima alla lista delle priorità per 9 italiani su dieci per l’osservatorio Doxa che ha intervistato settemila famiglie su tutto il territorio nazionale. Un legame che mantiene la sua solidità nonostante quasi la metà del campione si sia detto insoddisfatto (o quasi) della propria casa, soprattutto se in affitto.

Rifugio, luogo di condivisione e di espressione di sé, la trasformazione da abitazione a casa passa dalla luminosità degli ambienti, dal comfort termico e acustico, dalla sicurezza (sia come tutela dei beni materiali sia come salubrità) e dalla presenza di tecnologia semplificante che vada in parallelo con efficienza energetica e adattabilità degli spazi alle esigenze familiari.

Questione di “qualità” che oltre a toccare l’abitazione nella sua singolarità si estende all’edificio e al contesto di riferimento. «Il piacere dell’abitare ha cambiato l’approccio alla ricerca di una casa – spiega Andrea Tozzi, Retail, Shopper & Crowdsourcing senior researcher di Doxa – e anche alle proposte degli operatori del settore che, sempre più, raccontano il luogo in cui è posizionato l’immobile, la vicinanza ai servizi, i luoghi ricreativi che vi insistono».
Rispetto al passato, la ricerca Doxa evidenzia una maggiore attenzione all’estetica, anche degli spazi comuni: cucina sempre protagonista perché polifunzionale ma è il giardino o il terrazzo l’elemento che gli intervistati indicano come chiave per una maggiore godibilità della casa. Grande “assente” la camera da letto (si fa riferimento solo al comfort del letto e del materasso) mentre l’avvicinarsi del bagno al concetto di spa rimarca il cambiamento degli ultimi anni: una stanza in cui prendersi cura di sé nella quale incide la disposizione degli spazi, la selezione dei materiali e gli arredi di design.

«La tecnologia e la sostenibilità sono due temi forti dell’osservatorio di quest’anno – continua Tozzi – al pari dei trend evolutivi del mercato che devono tener conto della sfera emozionale con cui dialogano spazi e soluzioni immaginati. La grande fatica che gli operatori hanno rimarcato durante la presentazione dei dati dell’Osservatorio è infatti quella di misurare esigenze e necessità delle persone nel futuro in quadro dai cambiamenti veloci».

Emerge con forza un cambio di percezione nei confronti della casa, degli ambienti comuni, dell’immobile. Dalla scelta dei materiali a soluzioni di design

Vecchio vs nuovo

Le caratteristiche strutturali degli edifici incidono pesantemente sul grado di soddisfazione di chi li abita ma, insieme, il patrimonio immobiliare italiano è in larga parte precedente al 1990, anno che l’Osservatorio ha preso come spartiacque. E sono i millennials (52%) degli intervistati e le famiglie con reddito netto mensile inferiore ai duemila euro (53%) a soffrire di più la distanza tra la casa “ideale” e quella reale. Tanto più che cambiare è complesso e il 30% di chi vuole trasferirsi abbandona la ricerca dopo i primi mesi di tentativi.

«Dal nostro osservatorio – afferma Paola Caniglia, home & retrail director di Doxa – emerge un profondo mismatch tra domanda e offerta nel mercato immobiliare, ovvero una generalizzata richiesta di case più moderne ed efficienti a fronte di una proposta immobiliare che comprende perlopiù case datate e standardizzate».

Le aspettative delle persone evolvono quindi più velocemente della capacità dei player di innovare l’offerta?

La necessità di riqualificare gli edifici o di ristrutturarli (anche solo a livello d’impianti) si muove in parallelo alla progettazione di nuove costruzioni capaci di intercettare il desiderio di uno spazio “su misura”, estremamente targettizzato anche a livello di servizi: dalla palestra ai servizi di portineria, dalla presenza di buoni collegamenti viari a soluzioni smart per programmare semplicemente alcune attività.

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