L’esposizione offre l’opportunità di spiegare al pubblico i progressi della medicina a vantaggio dei pazienti
Luoghi per la cultura e la scienza che si aprono ai temi del corpo e della mente degli umani, ne esplorano cause e terapie, intrattenendo il pubblico in un rapporto di comunicazione interattivo. Incontri conoscitivi all’interno di ambiti inconsueti per la cura degli individui, dove il flusso delle informazioni scorre in luoghi di qualità architettoniche e spaziali.
Sotto i riflettori lo Science Museum di Londra, parte dello Science Museum Group, dove in questi ultimi anni sono state inaugurate “The Wellcome Galleries”, le sale espositive firmate da Wilkinson Eyre Architects, dedicate alla medicina e impegnate nell’esibire la più ricca collezione al mondo di oggetti di settore.
In prima linea artefatti medici protagonisti di 500 anni di storia per la salute, affiancati da installazioni e opera d’arte, unite in un viaggio esplorativo dove accanto al primo scanner per la risonanza magnetica e alle ultime tecnologie per interventi chirurgici in robotica appaiono ritratti, schermi interattivi e sculture come il “Self-Conscious Gene” di Marc Quinn. Un’opera che accoglie i visitatori nelle gallerie della Medicina del museo ed esplora il profondo desiderio degli uomini di scoprire il proprio corpo insieme a storie personali.
Noto il ruolo che ha avuto lo Science Museum per la capitale ed i suoi abitanti anche durante la pandemia legata al Covid 19: tempi in cui l’organizzazione del sistema sanitario locale decise di utilizzare le aree del museo come centri per le vaccinazioni, accogliendo un numero ampio di fruitori nel tempio di studi e tecnologia.
E l’incontro tra scienza e cultura, ricerca e wellbeing riappare nell’allestimento di Cancer revolution: science, innovation and hope, evento per la città dedicato alla comprensione estesa del termine cancro e a un’analisi delle cure e terapie per sconfiggerlo. Un argomento difficile a cui finora non sono mai state dedicate grandi mostre, visto come un’opportunità per spiegare al pubblico più comune i progressi della scienza nello sviluppo dei trattamenti e come i pazienti possano oggi vivere più a lungo e in condizioni migliori.
In mostra fino a gennaio 2023 gli oggetti storici che si sono rivelati conquiste importanti nella lotta contro la patologia, ma anche reperti del passato quali i resti di un fossile di un tumore osseo che colpì un dinosauro.
Dinamico il racconto della Cancer revolution, spiegato attraverso interventi di clinici, scienziati e pazienti determinati nel lavorare insieme per migliorare il successo delle terapie. In evidenza il contributo di ricerca e tecnologia avanzata nella diagnostica e terapia del cancro. Estesa anche l’indagine di chi viene colpito da forme tumorali: non solo esseri umani ma anche animali e vegetali, parte del viaggio conoscitivo.
Tra le recenti conquiste in rassegna il Cytosponge che ha rivoluzionato l’identificazione dei primi sintomi di cancro esofageo ed il Gallery test, attualmente in fase di prova da parte del sistema sanitario britannico (Nhs), in grado di rilevare 50 tipi di cancro da un solo esame del sangue.
Oltre la diagnostica, l’uso di tecnologie all’avanguardia per interventi chirurgici ospedalieri con l’introduzione della robotica per rimuovere tumori ad alta precisione, all’ospedale oncologico The royal marsden, e lo sviluppo di avanzati strumenti chirurgici quali l’iKnife, studiato dai ricercatori dell’Imperial College London e capace di segnalare tessuti cancerogeni già durante le operazioni. Significativo il progetto di TRACERx di Cancer research Uk in grado di usare le ultime tecniche di mappatura genetica per lo studio del cancro ai polmoni di singoli pazienti, al fine di identificare il possibile beneficio di nuove terapie e comprendere quali individui possano venir nuovamente colpiti dalla malattia.
Nelle sale della rassegna, l’introduzione di opere d’arte che si rifanno all’impatto psicologico ed emotivo dei trattamenti per il morbo, commissionati dalla curatrice Katharine Dowson. Silent stories la scultura con il calco in vetro delle mascherine usate per la radioterapia, immagini fotografiche di Nudrat Afza, e sempre in cristallo il Papillomavirus di Luke Jerram, parte della sua serie di Glass Microbiology.
In rassegna 10 nuovi studi pionieristici di ricerca affiancati per la prima volta. Tra questi il CanBuild project team del Barts cancer institute in grado di materializzare tumori simili a quelli degli umani dal nulla. Entità che mutano e si sviluppano come il cancro dell’uomo e consentono un miglioramento delle sperimentazioni delle terapie insieme a trattamenti contro le cellule che favoriscono la crescita del male. Spazio al contributo della realtà virtuale nella sezione destinata ai possibili studi futuri su cancro e terapie.
«Biologi, scienziati dei dati e designer di video game – spiegano i curatori dell’evento – stanno creando un nuovo modo di studiare il cancro: ci sono già le prime mappe di realtà virtuale che illustrano ogni tipo di cellula e la sua attività nel tumore. Immagini dettagliate di tumori combinate a dati di sequenza genetica vengono trasformate in schemi in 3D che possono venir esplorati in laboratori della realtà virtuale. The IMAXT team – proseguono – spera di cambiare il modo in cui il cancro è classificato, trattato e gestito offrendo a più persone una migliore possibilità di sopravvivere».
In copertina: © Science Museum Group
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