Al via la prima galleria d’arte virtuale al mondo. Intanto sulla rete non mancano altre forme di sperimentazione
Da criptovaluta a opera d’arte. Il bitcoin, la criptomoneta il cui valore ha raggiunto cifre record – approssimandosi qualche settimana fa ai 20.000 dollari per “pezzo” – e diventata un caso mondiale al punto da mettere in allarme i governi di tutto il mondo, si sta affermando pian piano anche come conio “artistico” oltre che virtuale.
Richard Prince è l’autore della prima opera ispirata alla criptomoneta con il progetto “Ready made token” e inaugura i lavori della prima galleria d’arte virtuale al mondo – “The Distributed Gallery – specializzata per l’appunto in opere realizzate con la blockchain, la tecnologia alla base del bitcoin. “La tecnologia blockchain rappresenta una nuova frontiera per la creatività. E l’arte necessita di un luogo per rispondere alle istanze dell’universo crittografico”, si legge nella presentazione della galleria il cui anonimato è un must come impone l’universo bitcoin.
L’opera a firma di Prince è protagonista di un’asta sul sito della galleria e il pezzo sarà aggiudicato al miglior offerente
“Si tratta di un’unità unica, che non sarà replicata – si legge nella presentazione dell’opera -. L’obiettivo di Richard Prince è sperimentare l’uso della tecnologia blockchain per dare un valore differente alla cripto-valuta, da mezzo di scambio a opera d’arte esclusiva. Un gesto che mira a interrogarsi sul valore del denaro anche nel mondo dell’arte”.
Se The Distributed Gallery può essere considerata un’iniziativa unica nel suo genere, almeno per il momento, altre sperimentazioni artistiche che ruotano attorno all’universo del bitcoin e alla blockchain si stanno facendo conoscere ai frequentatori della Rete. È questo il caso, ad esempio, dell’iniziativa Cryptopunks, una collezione di 10.000 “personaggi” – sorta di emoticons di nuovissima generazione – figli dell’Ethereum, concorrente del bitcoin e considerata una delle criptovalute emergenti più promettenti in termini di valore di scambio, anche se le fluttuazioni sono particolarmente mutevoli a causa delle iniziative di “blocco” annunciate e in molti casi perseguite dai governi più agguerriti contro le valute virtuali, Cina in pole position.
Se il destino del bitcoin appare dunque incerto quello della blockchain sembra invece assodato. L’attenzione nei confronti della tecnologia più che della moneta, è ai massimi: alla stregua di quanto sta accadendo nel mondo delle banche (i principali istituti si sono consorziati per sviluppare una piattaforma standardizzata e già utilizzano la blockchain per mettere in sicurezza le transazioni), anche il mondo dell’arte considera infatti la blockchain determinante per garantire la vendita delle opere ed evitare truffe e raggiri online. Certo, l’emozione di osservare un’opera dal vivo prima di acquistarla, la blockchain non la può “trasmettere”. Ma questa è un’altra storia.