Mobilità autonoma e strutturata su più livelli, dispositivi smart per abitazioni e piazze alberate come luoghi d’incontro. Il tutto in un ecosistema connesso e sostenibile
«Alle pendici del Monte Fuji abbiamo deciso di dar vita al prototipo della città del futuro, una sorta di laboratorio vivente dove sperimentare soluzioni innovative di mobilità e in cui le persone vivranno, lavoreranno e passeranno momenti di svago». Con queste parole Akio Toyoda, Ceo della Toyota intervenuto al CES di Las Vegas appena concluso, ha rivelato il masterplan prodotto dallo studio danese di architettura BIG (Bjarke Ingels Group). Woven City, così si chiamerà il futuristico nucleo urbano di 708mila mq localizzato a Susono City, circa 100 chilometri a sud di Tokyo. Obiettivo della multinazionale giapponese, soggetto che ha commissionato il progetto su un terreno precedentemente occupato da stabilimenti produttivi, è quello di studiare e migliorare nuovi dispositivi in grado di avvicinare le persone e le comunità. Il tutto, e non poteva essere altrimenti in un Paese come quello del Sol Levante, senza dimenticare la tradizione che ricorrerà nelle forme e nelle texture dei volumi lignei.
A raccontare la vision da cui ha preso forma Woven City è il fondatore di BIG, Bjarke Ingels. «Nostro scopo era quello di dividere e ricomporre le tre componenti che solitamente costituiscono una strada, trasformandola in una fabbrica urbana. Siamo partiti dall’ottimizzazione dei percorsi per le automobili a guida autonoma, passando alla realizzazione di un viale adatto alla micromobilità, per arrivare ad un parco lineare riservato esclusivamente al traffico pedonale. Da questa divisione siamo arrivati ad una città basata su uno schema di blocchi 3×3, un tessuto urbano adatto a stimolare la socialità, la cultura e il commercio.
In un’epoca in cui la tecnologia, social e retail online su tutti, ci sta rendendo sempre più isolati, Woven City è stata disegnata per consentire alla tecnologia di rendere la sfera pubblica un luogo dove incontrarsi e, attraverso la connettività, potenziare la connessione fra le persone.
Bjarke Ingels
In attesa dell’avvio dei lavori, previsto per il 2021, sono state svelate le caratteristiche principali che renderanno l’operazione unica al mondo. A coloro che si troveranno a visitare la città, apparirà un ecosistema dove la mobilità sarà gestita in autonomia da veicoli intelligenti in grado di fornire un supporto, non sovrastare il traffico pedonale. Le e-Palette, veicolo elettrico presentato dalla Toyota alla CES del 2018 (IPERLINK NOSTRO), saranno utilizzate per il trasporto di persone, ma non solo. Grazie alla loro flessibilità d’uso, i mezzi fungeranno all’occorrenza da chioschi, negozi e spazi di lavoro mobili. Focus anche sulla sostenibilità, evitando la produzione di gas climalteranti. La città, infatti, verrà alimentata dall’energia solare, geotermica e da pile alimentate a idrogeno e sviluppate dalla Toyota.
Tutti i volumi principali saranno realizzati in legno, valorizzando così le conoscenze degli artigiani nipponici in combinazione con elementi della moderna edilizia industrializzata. Inoltre ogni blocco ospiterà abitazioni, strutture commerciali ed uffici, questo per garantire la vitalità delle diverse aree ed evitare che si creino dei cosiddetti “quartieri dormitorio”. In poche parole Woven City sarà una «smart city che fornirà a ricercatori, ingegneri e scienziati l’opportunità di testare liberamente, all’interno di un mondo reale, innovazioni nel campo della robotica, domotica e dell’intelligenza artificiale» ha sottolineato Toyoda, che ha poi indicato come per la Toyota, ma non solo, «si tratti di una chance unica per dar vita ad una nuova città partendo dalle sue fondamenta. Questo ci permetterà di costruire le infrastrutture necessarie a realizzare un prototipo di centro urbano del futuro, un luogo connesso, digitale e sostenibile».
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