Start up di Losanna, città nota come la San Francisco d’Europa per la presenza di scuole tecniche e realtà culturali, realizza oggetti con trucioli di legno e pezzi di stoffa
Grégoire Jeanmonod, svizzero, Elric Petit, belga, e Augustin Scott de Martinville, francese, si sono conosciuti all’università e dopo pochi anni hanno scelto di mettersi in società. La mission? Realizzare oggetti per il grande pubblico, alla portata di tutti, con “l’obiettivo di portare prodotti di qualità nelle case di più persone possibili”, come ha spiegato Elric Petit in occasione della presentazione dello studio all’Istituto francese di Roma a Villa Medici.
Sedie e tavoli, appendiabiti e soprammobili, ma non solo. Dai primi due progetti per la società francesce Moustache, il trofeo di caccia “fai da te” (da cui deriva anche il nome dello studio) costituito da piccoli pezzi di legno da assemblare tra loro e la sedia Bold Chair costruita con tubi di plastica ricoperti di stoffa, oggi in mostra al Moma di New York, fino alla collaborazione con il brand italiano Alessi, da dove è nata Cargo, una scatola in plastica con un manico in legno, ispirata ai classici vassoi presenti nelle case giapponesi. E ancora, le chiavette usb che si rifanno alle matite Caran d’Ache, stessa forma e colori, ma con l’attacco usb al posto della grafite, realizzate per l’azienda Praxis con base a Hong Kong.
Big Game da oltre 10 anni collabora con marchi internazionali, che dopo aver condiviso un prototipo, lasciano spazio alla fantasia dei tre giovani designer. “Tutti gli oggetti che ci commissionano finiscono solitamente solo nei negozi, sono belli ma rientrano in standard estetici e funzionali – ha commentato Petit – gli altri pezzi, quelli che ideiamo in completa libertà e senza linee guida vanno invece a finire nei musei”.
Dopo sei anni di lavoro la prima commissione importante. “Karimoku New Standard, il più grande produttore di mobili in legno in Giappone ci ha chiesto di ideare una sedia – ha raccontato il designer – voleva un prodotto classico e adattabile a diversi contesti”. Così è nata Castor, in legno di quercia, vincitrice dell’If Design Award 2013, pensata sia per un ambiente domestico che per gli uffici, e che prende ispirazione dalla forma delle sedie presenti nei caffè svizzeri con un ampio e comodo schienale.
I loro modelli di riferimento? “Ci rifacciamo molto alla scuola di Ulm in Germania di progettazione grafica, che dopo la seconda guerra mondiale tentò di riproporre l’esperienza della Bauhaus – ha infine chiarito Petit – un modello teorico che si basa sullo studio delle forme degli organismi viventi e sul pragmatismo”.
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