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Battersea Power Station, la nuova meta di chi fa tappa a Londra

Dalla produzione di elettricità al community-making. Aperta al pubblico dopo 8 anni di lavori


Un nuovo ruolo per l’iconica Battersea Power Station, rinata dopo un cantiere di oltre otto anni e pronta a rappresentare un animato polo d’attrazione lungo lo skyline del Tamigi. Un complesso simbolico per Londra, celebre per aver fornito un quinto della sua elettricità fino al 1983 e aver alimentato luoghi e istituzioni come Buckingham Palace e White Hall.

Centrale termoelettrica a carbone del passato, Battersea Power Station (i numeri del progetto in un approfondimento su thebrief) è oggi focus di uno dei più ambiziosi interventi di rigenerazione urbana della città. Parliamo di un masterplan da 9 miliardi di sterline su un sito di 42 ettari, finanziato dal 2012 da un consorzio di investitori malesi guidati dalle immobiliari Sp Setia e Sime Darby Property. Secondo i piani, otto le fasi, due attualmente completate e altrettante in dirittura d’arrivo, fino ad arrivare alla costruzione di 4mila appartamenti.

Protagonista della seconda fase, la Battersea Power Station accoglie 100 negozi, 254 unità abitative, il campus di Apple, e tanti servizi compreso un cinema, dei bar, palestre, ristoranti e una piattaforma panoramica nel volume della ciminiera. Lift 109 è il nome dell’ascensore in cristallo, dinamico nell’elevarsi fino ad una altezza di 109 metri, offrendo infinite viste su Londra.

WilkinsonEyre è la firma del progetto. Dalle prime fasi concettuali fino alla sua ultimazione, attesa con un grande evento d’inaugurazione il 14 ottobre.

«È stato un privilegio – spiega Sebastien Ricard, direttore di WilkinsonEyre Architects – ristrutturare e trasformare questo iconico edificio, non solo salvando e celebrando i suoi tratti originali, ma anche potendo inserire interventi contemporanei, capaci di riportare in vita l’insieme. Sono emozionato sapendo che questi volumi incredibili – come le sale delle turbine e la Boiler House – saranno aperte a tutti, per la prima volta».


Un manufatto di grande scala, creato originariamente per accogliere macchine e produrre energia, rinnovato per ospitare una nuova comunità, integrando spazi pubblici e privati. Questa la sfida che ricordano i progettisti.


Il tutto rispettando le caratteristiche e i materiali dell’architettura esistente, firmata da Sir Giles Gilbert Scott negli anni Trenta, e introducendo un linguaggio contemporaneo con le aggiunte al corpo della ex centrale elettrica. Volumi contemporanei di cristallo e nuovi involucri per le esclusive Sky Villas sulle sommità delle ali laterali della Switch house west e della Switch house east e ancora più in alto in prossimità della copertura a verde della Boiler house. Quest’ultimo il nome dello sviluppo centrale dell’edificio, puntualizzato dalle quattro ciminiere bianche. Le strutture preesistenti sono state demolite e integralmente riprodotte tra il 2014 e il 2017 impiegando cemento rinforzato, secondo metodologie costruttive che riprendono tecniche delle fabbricazioni originali degli anni ‘30 e ‘50.

Accanto agli esclusivi usi privati, spazi pubblici per il retail sono allestiti nei tre livelli inferiori del complesso. Si tratta di due distinte gallerie commerciali organizzate all’interno della Turbine hall A e Turbine hall B, qualificate da un linguaggio formale differente e allineate lungo i lati paralleli della Boiler house.

Carattere art déco per la prima, completata nel 1933, dove prevale un senso di ordine e attenzione per il ripristino dei dettagli storici, illuminati dalla luce naturale che penetra all’interno attraverso la copertura in vetro e acciaio. Qui, i pilastri originali sono stati ristrutturati in modo conservativo, rinforzate le travi esistenti e introdotti telai metallici nelle aree delle vetrine, per creare un aspetto unitario. Estetica più minimalista per la Turbine hall B, terminata nel 1955. Dinamico lo sviluppo delle passerelle aree, eleganti e leggermente inclinate nel collegare ambiti su livelli diversi.

Lavori in corso per la trasformazione della sala di controllo della Turbine hall B che verrà convertita in un punto di ristorazione per i visitatori e a cui faranno seguito anche i ristoranti della Food Hall. Già ultimato l’ex centro di controllo della Turbine hall A, studiato per eventi privati. Spazi connessi visualmente con la galleria, qualificati dalla presenza di tutti i pulsanti d’azione degli impianti di un tempo e dall’eleganza dei controsoffitti in vetro e ottone, prettamente anni ‘30.

All’interno di Boiler house, i sei piani destinati al terziario sono facilmente raggiungibili grazie alla nuova stazione della metropolitana della Northern line, estesa fino al quartiere di Battersea.

«Il design degli uffici – spiegano gli architetti – attirerà gruppi creativi interessati a nuovi modi di lavorare, con spazi aperti e con un’estetica industriale. Apple occuperà oltre 46mila metri quadrati di superficie, distribuiti su sei piani». Ambiti contemporanei con una precisa identità, distanziati dalle solide murature esistenti della Battersea Power Station per evidenziarne le componenti e favorire il loro protagonismo. Spettacolare il “vuoto d’autore” introdotto tra il volume degli uffici e la facciata sud per celebrare la sua presenza.

Sempre a sud, oltre il perimetro del complesso le gradonate della recentissima Malaysia square, su disegno degli architetti di BIG, e lo sviluppo di Electrical boulevard pensata come una high street dove si allineano negozi a doppia altezza. Lungo i suoi fronti il Prospect place di Frank Gehry e il sinuoso Battersea Roof Gardens di Foster+Partners che ospiterà il primo art’otel di Londra.

In copertina: Battersea Power Station © Peter Landers

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