Bagno di luce con un progetto ad alta tecnologia realizzato con Osram
Centomila led, 748 apparecchi speciali, 22mila mq di superficie coinvolti: sono numeri importanti quelli del progetto di illuminazione della Basilica di San Pietro a Roma. Un’operazione senza precedenti e un unicum assoluto considerata la storia e la valenza del luogo di culto e preghiera per eccellenza della religione cattolica, che ogni giorno accoglie 27mila visitatori. La Basilica di San Pietro appare oggi ancor più magnificente: l’avveniristico impianto non solo arricchisce di splendore navate e volte, ma per la prima volta dall’inizio dei lavori di costruzione, nel 1506, ogni dettaglio di questo capolavoro architettonico è totalmente illuminato. “Svelati” infatti particolari inediti e opere d’arte finora rimasti in ombra e persino al buio, come molte porzioni dei mosaici che ricoprono gli oltre 10.000 mq di superficie. Ad esempio è ora possibile ammirare i mosaici delle cupole negli ottagoni delle navate laterali, nei minimi dettagli, precedentemente “invisibili” all’occhio umano. E in diverse cupole la quantità di luce risulta circa 10 volte superiore.
Il capolavoro tecnologico porta la firma dalla tedesca Osram
già balzata agli onori della cronaca nel 2014 per l’illuminazione della Cappella Sistina e a seguire di Piazza San Pietro (2016) e delle Stanze di Raffaello (2017) – che ha lavorato a stretto contatto con la Direzione dei Servizi Tecnici del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e in sinergica collaborazione con la Reverenda Fabbrica di San Pietro. Nonostante la quantità di apparecchiature e dispositivi in campo, il progetto non ha comportato interventi “invasivi”: l’illuminazione è stata infatti simulata digitalmente al computer in modo da evitare complesse installazioni di prova anche considerando che gli apparecchi sono stati installati a diverse altezze comprese tra 12 e 110 metri di altezza.
Oltre agli apparecchi speciali di ultimissima generazione il progetto include un innovativo sistema di gestione e controllo digitale in grado di monitorare in tempo reale tutti i parametri di illuminazione, ma anche e soprattutto di creare, modificare e selezionare scenari specifici sulla base delle esigenze liturgiche e delle celebrazioni. Il tutto a fronte di una riduzione del consumo energetico fino al 90% rispetto alla soluzione “ante operam” e di una riduzione dell’80% del numero di apparati in campo. Il nuovo impianto, nell’amplificare l’intensità radiante, ha inoltre migliorato la qualità delle immagini televisive permettendo di effettuare riprese ad alta e altissima risoluzione negli standard UHD 4K e VUHD 8K.
©RIPRODUZIONE RISERVATA