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Autunno in Triennale con Enzo Mari e Claudia Andujar

Partnership internazionali per raccontare due carriere poliedriche nel mondo dell’arte


La Triennale di Milano riapre le porte dei suoi spazi espositivi temporanei per ospitare due mostre inedite, “Enzo Mari – curated by Hans Ulrich Obrist” e “Claudia Andujar: La lotta Yanomami”. Si parte il 17 ottobre, dopo l’anteprima del 15 ottobre, un’occasione per riprendere la programmazione espositiva in Triennale e per sancire la partnership (di 8 anni) avviata con la Fondation Cartier pour l’art contemporain.


«È una giornata con un forte valore concreto e simbolico di ripartenza in un momento ancora difficile della pandemia, a causa dei numeri che salgono – ha spiegato il ministro Dario Franceschini. I luoghi della cultura sono sicuri, e anzi, la cultura ha oggi un obiettivo fondamentale: praticare il riavvicinamento sociale dove è presente il distanziamento fisico». «La cultura è un’attività cruciale dell’esperienza di comunità» ha aggiunto Filippo del Corno, assessore alla cultura del Comune di Milano.


Se da un lato la retrospettiva Enzo Mari curata da Hans Ulrich Obrist appare una naturale continuazione dell’esposizione permanente del Museo del Design Italiano, ripercorrendo la lunga e carriera poliedrica dell’artista nella città in cui ha sempre vissuto e lavorato, la mostra Claudia Andujar: La lotta Yanomami – la più ampia esposizione mai dedicata all’opera fotografica e all’attivismo dell’artista naturalizzata brasiliana – inaugura materialmente il partenariato tra Fondation Cartier Parigi e Triennale Milano. «La collaborazione tra queste due istituzioni culturali è del tutto inedita – ha commentato il presidente Stefano Boeri – pur avendo statuto giuridico e nazionalità diversi, entrambe condividono la stessa visione della cultura e della creazione artistica contemporanea». «Si va oltre i confini: l’arte è patrimonio comune, unendo le forze possiamo dimostrarne l’enorme valore» ha aggiunto Cyrille Vigneron, presidente e ceo di Cartier International. «Claudia Andujar è una figura che si è sempre battuta per cause importanti, per dare valore a una visione del mondo universalista, aperta alle altre culture» ha spiegato Hervé Chandès, direttore generale di Fondation Cartier pour l’art contemporain.

Claudia Andujar © Micol Biassoni

Pellicole a infrarossi, flash, distorsioni e “mossi”. Questa è Claudia Andujar. Primi piani di volti e di corpi, ritratti struggenti: la mostra assume particolare rilevanza in un momento come quello attuale, in cui l’ambiente e l’umanità intera sono in costante pericolo. «L’artista ha saputo comprendere la vulnerabilità umana e ha cercato di proteggerla» ha asserito Thyago Nogueira, il curatore. «Il percorso espositivo si propone di immergere lo spettatore nell’Amazzonia brasiliana, nella quotidianità di questa comunità sciamanica, ma ben presto lo spettatore si rende conto che dietro queste immagini c’è molto di più: nella seconda parte della mostra si vede una Andujar diversa che cede il passo all’attivista politica e l’estetica si tramuta in concretezza. Con le sue immagini è stata in grado di trasmettere un profondo messaggio di umanità ed empatia; attraverso il suo lavoro artistico, ha potuto salvare il popolo degli Yanomami dall’estinzione provocata dall’avidità del sistema economico» ha proseguito Nogueira.

Allestimento espositivo mostra di Claudia Andujar © Micol Biassoni

«La mostra di Enzo Mari è frutto dei nostri 20 anni di amicizia» ha spiegato Hans Ulrich Obrist, curatore del percorso espositivo. I materiali (progetti, modelli, disegni) provengono direttamente dall’Archivio Mari recentemente donato al CASVA – il Centro di Alti Studi sulle Arti Visive del Comune di Milano. L’obiettivo è raccontare oltre 60 anni di attività progettuale: dall’arte al design, dall’architettura alla filosofia, dalla didattica alla grafica. L’esposizione si articola in una prima sezione storica, a cura di Francesca Giacomelli, e in una serie di contributi di artisti e progettisti internazionali, invitati a rendere omaggio a Mari attraverso opere e installazioni. In parallelo, diciannove “Piattaforme di ricerca”, che presentano approfondimenti su altrettanti progetti dai quali emergono le tematiche centrali della pratica e della poetica del designer milanese, rendendo lo stesso spettatore partecipante attivo della produzione artistica di Enzo Mari. «Abbiamo cercato di trasformare il ricordo in memoria viva» ha aggiunto Francesca Giacomelli.

Allestimento espositivo mostra di Enzo Mari © Gianluca di Ioia

Due linguaggi artistici, due traiettorie culturali, due grandi intellettuali con uno straordinario percorso alle spalle, che culmineranno in una serie di iniziative parallele al percorso espositivo fisico.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

In copertina: “Lo zoo di Enzo” – omaggio di Nanda Vigo a Enzo Mari © Gianluca di Ioia 

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