Arte, natura e scienza. Una mostra da fruire con vista e olfatto
Alla Tate Modern di Londra, nell’infinito spazio industriale della Turbine Hall un incontro multisensoriale con l’opera di Anicka Yi: un viaggio oltre i limiti del consueto, animato dalla presenza di eteree sculture fluttuanti in un nuovo futuristico ecosistema.
“In Love with the world” è il titolo dell’istallazione allestita nel volume del grande ingresso. Un luogo segnato da un passato attivo, punto d’azione per i generatori di corrente dell’originaria Bankside Power Station e fino al 6 febbraio 2022 teatro di questa nuova opera d’autore. Un appuntamento conosciuto come Commissione Hiunday, nato da una partnership tra Tate Modern e Hiunday Motor, che annualmente propone uno degli eventi più prestigiosi nel mondo dell’arte contemporanea ed ha mostrato alla comunità e a un esteso pubblico internazionale realizzazioni firmate da artisti di primissimo piano, quali Olafur Eliasson, Anish Kapoor e Ai Wei Wei.
Chi è. Attualmente Anicka Yi vive e lavora a New York e sono molte le mostre dedicate al suo lavoro, tra cui le personali al Guggenheim Museum dell’omonima città e alla Kunsthalle di Basilea. Costante la sua presenza alle Biennali degli ultimi decenni e tra questi l’invito al padiglione coreano della Biennale d’Arte di Venezia del 2019. Alla grande artista anche il riconoscimento dell’Hugo Boss Prize 2016.
La mostra. Protagonista della sesta edizione della rassegna è “In Love with the world” eletta come il primo progetto di arte pubblica di Anicka Yi e come il suo più esteso e ambizioso intervento, completato dopo ben due anni intensi di ricerca e di lavoro, a seguito della chiusura della Tate Modern durante la pandemia. L’idea, motivo conduttore dell’opera, è quella di trasformare l’habitat della Turbine Hall in un nuovo tipo di ecosistema.
Un interno popolato da una serie di creature meccaniche che si spostano a mezz’aria, capaci di scaturire negli osservatori riflessioni su come le macchine potrebbero abitare il mondo.
Una installazione indimenticabile, come la maggior parte delle opere di Yi, dove al di la della mera esperienza sensoriale si affrontano importanti domande a riguardo del presente, focalizzate sul rapporto dell’umanità con natura e tecnologia. Anche una nuova opportunità per rivedere in primo piano il forte legame tra scienza e arte che contraddistingue i suoi interventi insieme all’introduzione di materiali indubbiamente inconsueti.
“Aerobi” il termine con cui vengono introdotte le nuove creature bioformiche: robot levitanti che elegantemente si muovono nell’aria e catturano l’attenzione dei visitatori senza mai sfiorarli. Macchine che hanno concesso a Yi di immaginare nuovi canali di comunicazione tra intelligenze artificiali e forme di vita organiche.
“Xenojellies” il primo gruppo di corpi sospesi, materializzati in figure semi trasparenti con tentacoli e sommità in colori differenti, ispirati da forme marine paragonabili a grandi meduse. Similarità con gli sviluppi dei bulbi per la serie delle “planulae”, secondo insieme di robot che navigano nello spazio museale, caratterizzati da forme riaccostate a quelle dei funghi e avvolte da manti leggeri nei toni del giallo. Tecnicamente si presentano come una squadra di creazioni multiformi alimentate dal gas elio, sospinte da motori a rotore, e munite di energia mediante batterie. Corpi impegnati in un tour dell’area e in agevoli moti ascendenti e discendenti determinati da complessi algoritmi, senza mai interferire con gli umani grazie all’introduzione di sensori che individuano la presenza corporea del pubblico.
Accanto alla forte esperienza visiva, l’introduzione di stimoli olfattivi per i visitatori della galleria. Aria e fragranze due costanti importanti nelle istallazioni di Anicka Yi, artista americana di origine coreana (Seoul, 1971), che tra i suoi interessi rivela approfondimenti di profumeria e scienza e l’aver spesso portato l’olfatto al centro della propria ricerca. Anche a “In Love with the world”, il comportamento dei robot cambia in parallelo al mutare delle essenze diffuse nell’aria.
Fragranze che appaiono protagoniste in quelli che l’artista definisce come “paesaggi olfattivi” dove gli odori si rifanno alla storia dell’area londinese di Bankside e cambieranno ogni settimana. Profumi unici legati a periodi storici specifici tra i quali gli aromi delle spezie impiegate per combattere i contagi della Peste Nera del 14mo secolo, come gli odori del carbone e dell’ozono evocativi dell’era delle macchine del ventesimo secolo o il profumo di esemplari di vegetazione che risalgono al periodo cretaceo.
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