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Arte e IA s’incontrano: le mostre a Los Angeles, Napoli e Caserta

Dataland a Los Angeles, AI Design a Napoli e Metawork a Caserta. L’intelligenza artificiale sarà al centro di grandi mostre che coinvolgeranno il pubblico in molteplici aspetti


Il primo museo al mondo dedicato all’intelligenza artificiale: sta per prendere corpo il progetto dell’artista Refik Anadol, classe 1985, da un decennio impegnato nella ricerca creativa attraverso l’uso dei big data per la realizzazione di installazioni immersive AI-based. Sarà la città di Los Angeles a tenere a battesimo nel 2025 nel “The Grand LA”, l’iconico grattacielo a firma di Frank Gehry, il museo Dataland che intanto ha già tanto di sito web dove ci si può fare un’idea del futuro che verrà.

“Dataland accoglie chiunque voglia utilizzare il machine learning, le più recenti tecnologie sensoriali e di visualizzazione a una scala mai realizzate prima – si legge sul sito – Nel perseguimento della sua missione, il museo punta a diventare un archivio pubblico per set di dati incentrati sulla natura finalizzati alla costruzione di una collezione completa di arte generata dall’intelligenza artificiale”.

Che l’IA sia riconosciuta già come espressione del genio artistico è più che comprovato: l’opera “AI God. Portrait of Alan Turing”, ritratto del grande matematico inglese realizzato dal robot umanoide “Ai-Da” è stata battuta all’asta da Sotheby’s, qualche settimana fa, alla cifra record di 1,124 milioni di dollari, superando nettamente il valore quantificato tra i 120 e i 180mila.


L’intelligenza artificiale sarà grande protagonista del museo. Dataland accoglierà chiunque voglia impiegare il machine learning e non solo.


Anche in Italia cresce il fermento artistico e museale: il Plart di Napoli tiene a battesimo “A.I. Design: intelligenza artificiale creativa e design generativo immersivo”, un progetto voluto dalla Fondazione Plart, con la direzione artistica di Anna Fresa, che unisce la mostra “Sedimenti” a cura di Luigi Nicolais, e l’installazione immersiva “Who am A.I.?” dell’artista multimediale Mario Capasso. In “Sedimenti”, l’intelligenza artificiale diventa co-creatrice di opere di design uniche: durante la mostra infatti, vengono stampati in 3D plastici architettonici e composizioni tridimensionali – ideati dall’architetto Mario Coppola in collaborazione con la lighting designer Veronica Abbate – a base di materiali ecosostenibili, come la resina vegetale e l’amido di mais. Il viaggio procede poi nello spazio immersivo di “Who am A.I.?” in cui sono protagonisti dieci videoproiezioni sincronizzate e ologrammi accompagnati da una colonna sonora per un’esperienza multisensoriale, dove l’intelligenza artificiale apre interrogativi sul futuro dell’umanità.

“L’opera non dà risposte – spiega Capasso – ma stimola domande profonde su chi siamo e su cosa significhi essere umani nell’era dell’algoritmo”. E per la presidente della Fondazione Plart, Maria Pia Incutti, “A.I. Design rappresenta un passo avanti nella contaminazione tra tecnologia e cultura”.  La mostra-evento, sostenuta dal Ministero della Cultura con fondi del Next Generation Eu, sarà visitabile fino al primo marzo 2025.


Aperta al pubblico fino al primo marzo 2025, “Sedimenti” e “Who am A.I.?” offriranno un’esperienza unica attraverso opere di design, videoproiezioni e ologrammi.


L’intelligenza artificiale debutta anche alla Reggia di Caserta nella mostra “Metawork” che ospita oltre 60 opere di Michelangelo Pistoletto fino al 30 giugno del prossimo anno. Il nome Metawork deriva dall’opera Metawork-United Portraits, che parte dai ritratti fotografici di otto cittadini di Cittadellarte, la cittadella della Fondazione Pistoletto creata a Biella, per ricombinarli con un programma di intelligenza artificiale. “Una mostra importante che nella sua molteplicità valorizza più temi coerenti alla nostra missione museale”, ha detto in occasione della conferenza stampa di presentazione Tiziana Maffei, direttrice della Reggia di Caserta e curatrice della mostra.

Dal futurismo all’intelligenza artificiale, un destino preannunciato è inevitabilmente il messaggio della mostra “Il Tempo del Futurismo” alla Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea fino al 28 febbraio. Promossa e sostenuta dal Ministero della cultura e curata da Gabriele Simongini, la mostra celebra l’ottantesimo anniversario dalla scomparsa di Filippo Tommaso Marinetti. “Diversamente dalle mostre del passato dedicate al rivoluzionario movimento d’avanguardia fondato nel 1909 da Marinetti, questa mostra si concentra sul rapporto tra arte e scienza/tecnologia e illustra quel completo rinnovamento della sensibilità umana avvenuto per effetto delle grandi scoperte scientifiche posto alla base della nascita del Futurismo.


A Caserta la mostra “Metawork”: con oltre 60 opere che partono da ritratti fotografici di cittadini di Cittadellarte ricreati attraverso l’intelligenza artificiale.


Una riflessione oggi attualissima, se si pensa che lo tsunami tecnologico dell’intelligenza artificiale sta investendo l’umanità, avverando la profezia della macchinizzazione dell’uomo e dell’umanizzazione della macchina preconizzata proprio dai futuristi”, si legge nella presentazione della mostra. Esplora i punti d’incontro tra arte e intelligenza artificiale il progetto “Atelier Digitale” di Marco Bagnoli a Montelupo Fiorentino. Il progetto è stato condotto e realizzato dall’Associazione Spazio X Tempo grazie al finanziamento Transizione digitale organismi culturali e creativi nell’ambito del Pnrr.

 

In copertina: Divisione, Moltiplicazione, Terzo Paradiso ©Foto Alessandra Ammirati

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