Terza apertura nella capitale con un laboratorio artigianale di noodles a due passi dalla Fontana di Trevi
Aveva un futuro come calciatore, ma ha deciso di dedicarsi anima e corpo al food. Parliamo di Akira Yoshida che, oggi 35enne, cinque anni fa a Roma ha affiancato la ristorazione alla sua attività sportiva professionale. In breve tempo la prima ha prevalso sulla seconda e il giovane giapponese si è trasformato in un imprenditore sempre più abile, brillante e capace.
Nato a Hyogo, prefettura giapponese nella regione del Kansai, vive in Italia dagli inizi del 2000. Oggi la sua mission è diffondere l’autentica tradizione culinaria del Sol Levante a partire da Roma, la città che lo ha adottato. Qui nel 2016 ha aperto Ramen Bar Akira nella zona di Ostiense e ha registrato così tanto successo che è riuscito ad approdare al Mercato Centrale di Roma e di Torino, noti per la qualità delle loro proposte gastronomiche. In questi ultimi due casi la sua è una bottega in stile street food.
Quest’anno è arrivata la terza sede romana nella centralissima zona di Fontana di Trevi dove si trova Ramen Lab, il primo laboratorio artigianale di noodles del gruppo Akira dotato di una preziosa impastatrice professionale giapponese per realizzare la pasta home made.
Akira Yoshida punta a offrire al cliente prodotti a km zero e di altissima qualità. I suoi ingredienti – ossa, carne di maiale, verdure, farina, uova – sono selezionati con estrema attenzione per dare vita a un ramen che sa di tradizione e artigianalità. L’obiettivo è conquistare i clienti con un’offerta sincera, capace di raccontare attraverso i suoi piatti l’identità gastronomica del suo Paese. «Non vi serviamo solo cibo, ma anche storia e tradizione», dichiara Akira Yoshida sul sito web di Ramen Bar Akira.
Il nuovo menu amplia la carta dei ramen già presente arrivando a contarne dodici tipologie con brodo a base di carne di maiale, carne di pollo, oppure vegetale cotto rigorosamente per dodici ore.
È possibile personalizzare il tipico piatto giapponese a base di spaghetti di frumento serviti nel brodo scegliendo lo spessore della pasta, fine o spessa, il tempo di cottura, normale o al dente, oltre ai diversi topping come le fettine di maiale, l’uovo sodo marinato nella soia, l’alga nori, il porro e la salsa piccante. Ogni ciotola di ramen corrisponde a una diversa area geografica: il Tonkotsu Shoyu, per esempio, è una specialità di Fukuoka, ed è preparato con brodo di maiale, una fetta di carne di maiale, salsa Shoyu, spinaci e alghe. Poi c’è il Tonkotsu Shio, ricetta più antica e sapida, il Tonkotsu Miso Spicy per chi ama il piccante, il Tori Paitan con brodo di pollo, salsa Shio, fette di carne di pollo, porro, fili di peperoncino e uovo. Non manca la versione vegetariana: si può scegliere fra il Veggy Ramen, a base di brodo vegetale, miso piccante, verdure miste, alga, olio di oliva e sesamo, e il Veg Deluxe, meno speziato ma sempre con brodo vegetale, latte di soia, tempura di verdure, tofu, mais, porro, salsa Shio, alga e olio di oliva. A chi soffre il caldo è dedicato l’Hiyashi Cold Ramen, servito freddo con carne di maiale a listarelle, pomodori, cetrioli, omelette, salsa di soia con zenzero, sesamo e alga.
A valorizzare l’offerta ci sono anche altre prelibatezze giapponesi come Onigiri Tsunamayo (polpette di riso ripiene di tonno cotto e maionese Kewpie, avvolte da alga Nori e servite con rapa gialla e Gomawakame), Takoyaki (palline di polpo in pastella fritte servite con pesce essiccato, maionese Kewpie e salsa Otafuku), Karaage (bocconcini di pollo marinati in salsa di soia, impanati e fritti, serviti con maionese Kewpie). Fra i dolci in menu c’è il Dorayaki, pancake ripieno di marmellata di fagioli rossi Azuki. Ad accompagnare la proposta gastronomica, fra le altre cose, ci sono sakè e birre giapponesi.
In copertina: Ramen Lab, Roma. Cortesia Ramen Lab
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