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A Tolentino un hotel museo che racchiude 60 anni di design

Interno Marche: un’operazione culturale voluta da Franco Moschini fa rivivere villa Gabrielli


Una villa liberty rinasce nel segno del design del ‘900. A Tolentino è stato da poco inaugurato Interno Marche: un hotel frutto di un’operazione culturale che vuole raccontare la storia del design italiano e internazionale degli ultimi 60 anni e oltre. Voluto dal marchigiano Franco Moschini, l’imprenditore  a lungo presidente di Poltrona Frau, con Interno Marche la Holding Moschini SpA ha coordinato il recupero e la trasformazione degli spazi di Villa Gabrielli, con i cantieri andati avanti più di 3 anni. Ciò che ne ha fatto rivivere gli affreschi, modulato i grandi spazi di opificio novecentesco, integrato le antiche vasche di concia facendo dialogare questi elementi con i lavori dei più noti designer italiani e non: 3.600 metri quadri di edifici – un corpo principale e una dependance – 1.500 di giardino, un lounge bar, un bistrot, una spa. Nonché 30 stanze (25 camere e 5 suite long stay): tutte diverse tra loro e ciascuna dedicata a un progettista, tra cui Michele De Lucchi, Marc Newson, Gae Aulenti, Vico Magistretti, Giò Ponti, Roberto Lazzeroni, Nendo.

E ai cinque movimenti stilistici che hanno attraversato l’ultimo secolo: Secessione Viennese, Arts&Crafts, Radical, Pop e Movimento Moderno. In virtù di oltre 400 tra arredi, installazioni e artworks, Interno Marche è insomma un hotel-museo: non solo narrazione visiva e tattile ma un lavoro filologico e di archivio raccolto, e reso disponibile, all’interno di un “caveau digitale” (vi si accede scansionando i codici qr posti in vari punti dell’hotel) per valorizzare oltre al manufatto storico anche competenze realizzative e culturali.

Gli ospiti possono quindi passare, in pochi metri, dalle forme essenziali di Ponti al mondo onirico e giocoso di Front, dalla matericità di De Lucchi ai colori accesi degli ambienti di Aulenti. Dal dormire sul letto rotondo di Massoni, sotto un soffitto affrescato, o sull’ottocentesco talamo di Thonet, al farsi abbracciare dalle pareti stondate di cuoio della camera dedicata a Lazzeroni o in quelle di legno di quella intitolata a Neri&Hu. Lobby, sala colazione e lounge bar trovano spazio nella grande sala a 3 campate che fu il fulcro della produzione dell’opificio mentre il bistrot, con ricette che vanno dal locale all’internazionale, la spa e la palestra sono al piano terra con ingresso dal giardino.

Tutta locale la squadra che ha realizzato il progetto, a partire dal team di giovani ingegneri e architetti, Ora Studio, supportati da consulenti strategici, restauratori, geologi, agronomi, progettisti 3D, light ed interior designer, fotografi per un totale di circa 2mila professionisti e tecnici. A guidare e coordinare il percorso, la Fondazione Design Terrae, anch’essa promossa da Moschini. Il quale dice: «Amo profondamente questa terra che da sempre mi ospita e da cui ho attinto risorse per le mie attività imprenditoriali


Ho deciso di restituire al territorio ciò che negli anni mi ha generosamente dato e ho deciso di farlo sotto forma di cultura, conoscenza e indicazioni per le nuove generazioni: una sorta di “lievito” per chi vuole aprirsi al futuro.


Il mio intento è trasmettere che esiste ancora la possibilità di immaginare grandi progetti e, in senso ampio, un futuro florido».

In copertina: Interno Marche ©DDLSTUDIO

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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