Dentro l’Rmh Modena Raffaello, il Living Bar Bistrot e il ristorante Sottoluce diventano hub per tutti i momenti della giornata
A Modena ha aperto i battenti Rmh Modena Raffaello, la nuova struttura del gruppo Rosaria Marazzi Hotels. Al suo interno si trovano due deliziosi punti di ritrovo: il Living Bar Bistrot e il ristorante Sottoluce. La novità per il contesto cittadino è che entrambi sono aperti anche alla comunità locale, oltre che agli ospiti della struttura ricettiva. Una conferma della tendenza – sempre più consolidata nelle grandi centri urbani – per la quale gli alberghi stanno diventando dei salotti cittadini anche nelle realtà più piccole.
Gli spazi comuni, al centro di una rivisitazione architettonica e concettuale, si aprono all’esterno con una formula all day long accogliendo la comunità del contesto nel quale si collocano. La strategia è quella di animare questi luoghi che per molti anni sono stati dedicati solo agli ospiti degli hotel, vivendo a intermittenza solo per la colazione e la cena, spegnendosi in tutte le altre ore della giornata. Non solo, in questo modo gli alberghi pensati prevalentemente per il segmento dei viaggiatori business adesso intercettano anche un’altra categoria di avventori, e cioè quella legata alla dimensione del lifestyle. Un mix che funziona, piace e fa tornare i conti.
Il Living Bar Bistrot è un vero e proprio hub per i vari momenti della giornata, dalla colazione all’aperitivo fino al dopo cena. La scala esile e monumentale al tempo stesso, simile a un oggetto scultoreo che irrompe nel bar conferendogli una dimensione plastica, insieme ai piani sfalsati destinati alla consumazione e al lungo e alto tavolo in legno che sfreccia lungo la sala, caratterizzano questo luogo dall’aspetto dinamico e contemporaneo. Grande attenzione ai cocktail contraddistingue l’offerta del bar. Da non perdere, fra gli altri nella drink list, il Titanic, con tequila alle rose, limoncello, lime, soda al pompelmo, sale alle erbe, e il Color Lady, con gin al green tea e agrumi, St. Germain, lime, sciroppo ai frutti rossi, orange bitter. Il menu del bistrot è firmato dallo chef stellato Luca Marchini: la qualità della materia prima è alla base dell’approccio in cucina, costituito da piatti del giorno che variano in base alla stagionalità del prodotto. Da non perdere i Cappellacci ricotta e pomodoro secco, riduzione di bufala e limone, fra i primi, e il Cremoso di limone, mou alla camomilla e liquirizia, fra i dolci.
«L’hotel è stato concepito seguendo un innovativo modello “life & style”, con un’idea chiara: aprire le porte alla città – racconta a Pantografo Alessandra Severi, vicepresidente del Gruppo Rosaria Marazzi Hotels –. Non è necessario essere ospiti o partecipare a un evento per godere degli spazi accoglienti. Chiunque può fermarsi per incontrarsi con colleghi, amici o clienti, lavorare in smart working, o semplicemente rilassarsi». Fiore all’occhiello dell’hotel è il ristorante di cucina italiana Sottoluce: qui la tradizione incontra l’innovazione in un ambiente elegante e conviviale. Il nome del locale evoca la sensazione di accendere una luce sul gusto e sul piacere di stare insieme, attraverso una cucina che celebra le radici e guarda al futuro. Anche qui è lo chef Luca Marchini a curare il menu, espressione della tradizione emiliana con uno sguardo calibrato e sensibile al dialogo con l’innovazione. E così, per esempio, si può iniziare con Tartare di Vitellone bianco dell’Appennino, capperi, senape in grani, squacquerone, succo di mirtilli come antipasto, per proseguire poi con Tortellino Tradizionale in brodo di Gallina come primo e Coscia di anatra confit, salsa al Lambrusco, purè di patate, mostarda di frutta come secondo. Il dolce? Se amate il cacao, non perdetevi la Mousse ai 3 cioccolati e rosmarino. L’obiettivo del ristorante, come lo chef ha spiegato a Pantografo, è fare in modo che Sottoluce diventi una comfort zone per gli ospiti, sia per l’ambiente che li circonda sia per quel che riguarda la proposta enogastronomica. «Il bar, la lobby area e il ristorante sono stati pensati come luoghi di incontro, dove la vita scorre e le persone si incrociano, creando un’atmosfera dinamica e inclusiva – continua Alessandra Severi –. In questo modo, l’hotel si è trasformato in un vero e proprio hub, dove business e tempo libero si fondono armoniosamente, offrendo a chiunque la possibilità di sentirsi a casa, anche solo per una breve pausa».
A curare il progetto degli interni del ristorante è stato CarteriA+, lo studio di architettura di Chiara Gibertini, Francesca Novi e Luana Ottani, che ha dato vita a uno scenario dalla dimensione sognante e sospesa.
Animato da una pioggia di luce simile a un cielo stellato, il ristorante si articola lungo una pianta mossa, disegnando un ambiente di un’eleganza contemporanea, nel quale materiali come il velluto e il legno rivestono gli spazi rendendoli morbidi e accoglienti. «La luce, sia naturale sia artificiale, è un elemento centrale del progetto – spiega CarteriA+ –. Il soffitto è impreziosito da un’installazione di 400 lampadine disposte a onda, che diffondono una luce calda e avvolgente. Le pareti sono rivestite in lamiere di acciaio trattato, il cui aspetto sfumato dona morbidezza e raffinatezza. Un grande taglio orizzontale nelle pareti offre una vista diretta sulla cucina, permettendo agli ospiti di assistere alla preparazione diretta dei piatti».
Una volta a Modena, prima o dopo aver goduto di questo nuovo punto di ritrovo in città, Pantografo consiglia altri due indirizzi: Roots, se vi piace la cucina etnica e se volete sostenere la formazione e il lavoro delle donne migranti, e Al Gatto Verde, il ristorante che fa parte di Casa Maria Luigia, l’intima dimora del XVIII secolo acquistata da Massimo Bottura e Lara Gilmore.
In copertina: Il bistrot. (Cortesia Rmh Modena Raffaello).
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