Due mostre: Web(s) of Life e Dear Earth: Art and Hope in a Time of Crisis, per ricordarci che viviamo in un’emergenza
Opere d’arte per la città che vanno al di là dei confini dei luoghi più consueti e si aprono ai temi dell’emergenza contemporanea. Eventi che nascono all’interno di ambiti museali per poi estendersi fino agli spazi pubblici, allargando il loro racconto a un’audience sempre più ampia.
Dalle sale della Serpentine South al verde di Hyde Park dove sono protagoniste le installazioni dell’artista argentino Tomás Saraceno. Lo incontrammo lo scorso anno in Cloud cities Barcelona, nello spazio a tutta altezza del Mirador della Torre Glòries, e lo ritroviamo ora in Web(s) of Life dove il tema guida riappare in Cloud Cities: Species of Spaces and Other Pieces.
In primo piano una serie di installazioni che ci sorprendono con interventi inaspettati lungo la copertura dello storico edificio museale, nell’intorno dei Kensington Gardens e all’interno dell’ultima sala espositiva, magicamente aperta verso i giardini, per la sostenibilità dell’iniziativa.
Componenti legate al tema della biodiversità, nate da una intensa collaborazione tra l’artista, ornitologi e organizzazioni per la salvaguardia di animali selvatici da cui si sono originate sculture che divengono habitat per gli animali. Luoghi per la sosta e il riparo di specie in via d’estinzione come ambiti per la fauna locale.
Lavori la cui geometria si ispira ai cumulonembi, spesso preavviso di maltempo, che sembrano sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici. Volumi a grappolo, intesi come una proposta per una forma alternativa di urbanismo, che accostano costellazioni di moduli geodetici interconnessi. Componenti nei toni accesi del giallo e del color terracotta che si elevano alla funzione di nidi per i volatili, casette per i ricci, nascondigli per le volpi o pareti su cui arrampicarsi per gli scoiattoli dell’intorno.
Tomás Saraceno In Collaboration: Web(s) of Life, sarà a Serpentine South fino al 10 Settembre 2023.
Un evento in cui appaiono le ultime opere di Saraceno e dei suoi collaboratori, tra cui non manca la sezione dedicata a “Spider/Webs”, argomento costante dell’opera del celebre artista multimediale. Attivo anche il ruolo della Serpentine South nel periodo dell’esibizione, trasformata da Saraceno in un contesto permeabile, dove l’edificio ed il suo funzionamento varieranno in relazione alle condizioni metereologiche e all’ecosistema del parco.
E l’incontro tra arte e cambiamenti climatici è elemento conduttore anche del percorso espositivo di Dear Earth, Art and Hope in a Time of Crisis alla Hayward Gallery di Londra. Opere e installazioni che vanno al di là del perimetro del museo e ci sorprendono lungo gli spazi aperti del Southbank Centre, dinamico nel proprio piano d’attivismo sui cambiamenti climatici. Planet Summer, il titolo dell’iniziativa focalizzata sulla presentazione di lavori legati all’emergenza climatica che spaziano dalle rappresentazioni alla poesia e alla musica classica e contemporanea, nei molteplici ambiti dell’istituzione culturale lungo la riva sud del Tamigi.
In mostra a Dear Earth i lavori di quindici noti artisti internazionali accanto a giovani talenti, uniti nel riconsiderare e riformulare le risposte degli esseri umani alla crisi climatica.
«Caring is a form of resistance», il mantra dell’iniziativa. Un suggerimento che si riallaccia al contributo dell’artista nigeriano Otobong Nkanga, tra i partecipanti al percorso espositivo, e privilegia il “prendersi cura come forma di resilienza” sostenendo l’esplorazione dei temi della solidarietà, della speranza e della partecipazione.
«La mostra di Dear Earth: Art and Hope in a Time of Crisis riunisce tre generazioni di artisti che ci offrono modi efficaci per riflettere e resettare la nostra relazione a riguardo delle più importanti questioni ambientali del nostro tempo. – dice Rachel Thomas, Chief Curator di Hayward Gallery e curatrice della mostra – Pensata per coinvolgerci sotto molteplici aspetti, presenta opere d’arte che sono una fonte di ispirazione, speranza e resilienza. Si tratta di un’esposizione che non vuole generare sofferenza, ma al contrario avvicinare gli spettatori a questo schiacciante argomento, in modi capaci di scatenare risposte attive e ingegnose».
E il percorso include opere di nomi celebri del mondo dell’arte tra cui appaiono Ackroyd & Harvey, Agnes Denes, Aluaiy Kaumakan, Jenny Kendler, Hito Steyerl, Richard Mosse e Cornelia Parker.
Suggestiva la grande scultura Birds Watching III, dell’americano Jenny Kendler in collaborazione con Zsl, che pone in primo piano un gran numero di occhi vitrei di volatili britannici, ognuno dei quali appartiene a una specie a rischio a causa della crisi climatica.
Dell’artista irlandese Richard Mosse, noto per il suo attivo focus professionale nel documentare le più significative crisi ambientali e umanitarie del nostro secolo, un film dedicato alla devastazione ambientale della foresta Amazzonica mentre un video firmato dalla regista e artista delle immagini in movimento Hito Steyerl presenta il tema della relazione tra tecnologia digitale e sostenibilità utilizzando uno schermo Led a grande scala fabbricato con bottiglie riciclate e vegetazione.
The Living Pyramid, il titolo della piramide verde, dall’altezza di 5 metri, opera dell’artista Agnes Denes, riconosciuta come un importante pioniere dell’arte ambientale. Precious Stone è il nuovo giardino creato in sommità dell’auditorium del Queen Elizabeth Hall, parte del Southbank Centre. Un progetto di Paul Pulford, fondatore di Grounded Ecotherapy, pensato secondo i principi della sostenibilità e realizzato per poter offrire momenti terapeutici attraverso l’arte del giardinaggio a persone in difficoltà e con problemi di salute mentale. Dear Earth: Art and Hope in a Time of Crisis, sarà alla Hayward Gallery fino al 3 settembre 2023.
In copertina: London Serpentine Gallery Exhibition
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