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Usi ibridi per spazi temporanei. A Lambrate va in scena l’impegno sociale

Prende vita lo scalo, in attesa della riqualificazione che arriverà con Reinventing Cities


Ad accogliere gli ospiti una mostra fotografica, nata in era Covid, di Fabrizio Spucches. Nessuna autocompiacenza, ma una carrellata di 100 scatti sulla condizione umana polarizzata dalla pandemia. Con questa esposizione, “Once Upon a time in 2020”, molto suggestiva, testimonianza di una condizione urbana tra ironia e grottesco, inaugura domenica 28 febbraio un nuovo progetto di rigenerazione urbana di Milano. Scalo Lambrate, non lascia fraintendimenti: vuole essere un anticipatore di nuovi linguaggi, spazio food, luogo d’arte e di accadimenti, mercato e punto relax in una delle zone del capoluogo lombardo dove c’è più “riqualificazione” di idee, una riqualificazione iniziata tanti anni fa con il Fuori Salone che aveva scelto in questo quartiere i suoi angoli più suggestivi. Il locale, hub multifunzione, si trova in via Saccardo 12 ed è nato grazie a un’idea dell’associazione culturale Formidabile, che ha preso lo scalo in concessione temporanea da FS Sistemi Urbani con la regia del Municipio 3 e il sostegno commerciale di The Sanctuary Eco Retreat di Roma.

Locandina della mostra. Cortesia © Once upon a time


Lo Scalo Lambrate è una delle aree milanesi in concorso nell’ambito dell’iniziativa internazionale promossa da C40 Reinventing Cities e mostra in tutti i suoi particolari la nuova identità di una Milano della rinascita


Once upon a time in 2020 © Fabrizio Spucches

Lo spazio nasce dalle ceneri di un deposito ferroviario di inizio 900, inutilizzato da anni, che versava in condizioni di assoluto degrado. Scalo Lambrate è stato ora completamente restaurato, rispettando i principi ambientali, e messo a disposizione della comunità attraverso una serie di attività, servizi, coworking e co-studying. La sostenibilità è uno degli elementi cardine della visione di Scalo Lambrate: banchi di frutta, tavoli in legno, ombrelloni in paglia, tutto all’insegna di una selezione di prodotti e materiali, tramite l’abbattimento dei consumi e l’eliminazione della plastica. Tutto di scarto, tutto riciclato. Presto qui ci sarà pure un mercato dove esporre prodotti selezionati attraverso un bando che propone alle piccole realtà, start-up ed ai designer una importante vetrina. Un altro esempio di focus green sono l’orto sinergico e gli alberi da frutto appositamente voluti per avere prodotti a km 0, con la cucina naturale e un’armonia di culture che supera i confini tradizionali per diventare un sorprendente viaggio che nasce dall’incontro di paesi, storie, persone e sapori diversi.

Scalo Lambrate. Ph. © Francesca Fradelloni

Tanta l’arte che qui troverà un luogo protetto. «Questo è un posto ideale per esporre – racconta Spucches –. Qui ci sono idee, si respirano nell’aria e fanno muovere le cose. E poi c’è il vero senso di Milano, come nella mia mostra, una città che in un momento di estrema difficoltà non ha perso la sua accoglienza, il suo saper parlare tanti linguaggi dell’esistenza. Sempre informale, anche quando è imbellettata e agghindata. Ho scelto questi soggetti partendo dal mio autoritratto, cerco le persone specchiandomi nei loro occhi. Ed è così che sono venuti fuori questi uomini segnati dal tempo e dal dolore, queste anziane svestite, i bambini assorti, i volontari delle ambulanze, i necrofili, le giovani di via Montenapoleone e i clochard. Tutti senza trucco, tutti come la pandemia li ha trovati».
Scorci della storia contemporanea sotto gli occhi di tutti, ma che spesso non vogliamo vedere: dagli aspetti più nascosti della “classe lavoratrice” fino al divario (cresciuto a dismisura) tra ricchi e poveri, dice il curatore Nicolas Ballario. Una mostra che vede la direzione artistica di Umberto Cofini, ma sarà anche l’occasione per presentare il volume dedicato al lavoro di Spucches “Working Class Virus”, curato da Denis Curti e edito da Il Randagio Edizioni. Questo libro entra nel progetto triennale di Il Randagio Edizioni, che prevede la realizzazione di una serie di opere in tiratura limitata, stampate alla vecchia maniera, su materiali di pregio e non in vendita. L’editore Giovanni Scafoglio ha deciso infatti, andando contro le regole del mercato editoriale, di fondare una sua casa editrice con uno scopo ben preciso: dare libero spazio di movimento e di pensiero agli artisti senza preoccuparsi di realizzare prodotti che devono preoccuparsi del profitto.

«Saranno tanti i contenuti che qui troveranno ospitalità – dice Fabio Lucarelli presidente della Associazione Formidabile –. Dai corsi ai workshop, dalle mostre alle presentazioni dei libri, qui il rapporto con il territorio sarà sempre al centro. A giugno, ad esempio, organizzeremo un festival, in collaborazione con Trivento, paese del Molise, lo Yarn Bombing Festival. Insomma, promettiamo di essere sempre attivi e propositivi, pandemia permettendo».


Lo spazio espositivo Scalo Lambrate dà così il via a un fitto calendario di appuntamenti che hanno come fil rouge l’impegno sociale: ad aprile sarà la volta della personale di Marco Sorgato, giovane artista che invaderà gli spazi di piante, arbusti e rampicanti


© RIPRODUZIONE RISERVATA

In copertina: due immagini dello Scalo Lambrate, ph. © clarcher, © claudia__casso73 via Instagram – @thesanctuarymilan, @scalolambrate

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