Una mostra al Victoria and Albert Museum di Londra celebra la storia e l’evoluzione della maison dei gioielli di lusso francese
Cartier appare come un ineguagliabile protagonista del mondo dei gioielli e dell’orologeria da oltre un secolo. Il suo successo internazionale ebbe avvio grazie a una invidiabile lista di clienti aristocratici e la devozione di personaggi famosi del cinema, della musica e della moda: dalla Regina Elisabetta II alla principessa Grace di Monaco fino a Elisabeth Taylor e Rihanna. Artefici della grande ascesa della griffe parigina furono i tre nipoti di Louis-François Cartier che trasformarono la bottega di famiglia, fondata dal nonno nel 1847, in un impero del lusso e dell’esclusività con filiali a Parigi, Londra e New York. Accomunati dall’intensa ambizione di voler convertire il laboratorio in un’impresa di fama mondiale, Louis, Pierre e Jacques unirono le loro competenze, facendo confluire diverse influenze culturali in un unico stile.
L’evoluzione del design e dell’artigianato del marchio sono il filo conduttore del percorso espositivo dal titolo Cartier, allestito nelle gallerie del Victoria and Albert Museum di Londra
Un racconto articolato in tre sezioni principali, che esplorano la creatività del brand e l’emergere del suo stile, oltre all’ingegneria tecnica e all’eccellenza artigianale. Un’identità estetica quella dei gioielli di Cartier, immediatamente riconoscibile. Uno stile in grado di coniugare modernità, innovazione con l’eleganza, sperimentando motivi ricorrenti, linee essenziali, contrasti accesi in combinazioni di colori e armonia di spazi e volumi. Louis, il primo tra i fratelli Cartier che si unì all’azienda di famiglia, incoraggiò i designer a esplorare e a studiare le arti decorative e l’antiquariato di tutto il mondo. Notevole anche l’abilità nell’instaurare rapporti professionali con clienti di altissimo livello, da cui nacquero creazioni uniche. Tra i pezzi storici della collezione reale la spilla Williamson con un raro diamante rosa da 23,6 carati, commissionata nel 1953 a Cartier Londra dalla Regina Elisabetta II e la spilla con diamante a forma di rosa della principessa Margaret. Esempio della raffinatezza del marchio nel combinare elementi della tradizione della gioielleria indiana con il modernismo dell’Art Déco sono la collana e il girocollo di diamanti richiesti dal Maharaja di Patiala nel 1928.
Al di là della ricercatezza estetica delle opere, la chiave del successo dei prodotti Cartier si legava alla garanzia di qualità nelle tecniche di produzione e all’utilizzo costante di materiali di altissima qualità. Gioielli e orologi creati all’interno dei laboratori privati di ogni filiale del brand, dove gli artigiani lavoravano seguendo i principi dell’innovazione tecnica dell’azienda e rispettando con meticolosa attenzione i dettagli di fabbricazione. Alcune tra le gemme più belle dei modelli Cartier appaiono nella iconica collezione Tutti Frutti composta da rubini, zaffiri, diamanti e smeraldi. Creatività, invenzione e innovazione anche per l’orologeria firmata Cartier, tra cui emerge il Santos del 1904, introdotto come il primo orologio moderno da polso e il modello a cui si legano le realizzazioni successive. Ricca la selezione di segnatempo prodotti negli anni Sessanta e iconico il disegno insolito di Crash (1967) che esprime i temi di anticonformismo e libertà artistica della Swinging London.
Pionieristiche anche le tecniche di marketing del gruppo che già nel XX secolo era sinonimo di raffinatezza, lusso e originalità
Un’immagine che venne diffusa con strategie di comunicazione nuove per quel periodo, quali la presenza a esposizioni pubbliche e il prestito di prodotti della maison per riviste di moda e a eventi mondani, o ancora puntando sull’industria cinematografica emergente per diffondere la sua fama. Tra i pezzi forti ci sono anche l’anello di fidanzamento di Grace Kelly, proveniente dalla collezione del Palazzo dei principi di Monaco, che indossò nel suo ultimo film High Society (1956).
Cartier, curata da Helen Molesworth e Rachel Garrahan, sarà aperta al pubblico fino al 16 novembre 2025.
In copertina: © Cartier