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Fari d’Italia: nuove destinazioni turistiche tra storia e sostenibilità

Difesa e Demanio lanciano nuovi bandi per la riqualificazione del patrimonio pubblico


I fari come patrimonio da mettere a servizio del turismo. Con questo obiettivo sono stati lanciati due bandi, uno da parte del ministero della Difesa (attraverso la in-house Difesa Servizi) e l’altro dall’Agenzia del Demanio. Il bando del ministero, con scadenza fissata per il 15 novembre, riguarda la riqualificazione dei fari di Isola di Capo Rizzuto (Crotone), Vieste (Foggia), e Punta Polveraia sull’Isola d’Elba (Livorno), in capo alla Marina Militare. Il faro di Capo Grosso, sull’isola di Levanzo in Sicilia, è stato invece selezionato dall’Agenzia del Demanio nell’ambito del bando che punta alla riqualificazione di 18 immobili in totale fra ville, palazzi d’epoca e torri, con scadenza fissata per il 3 dicembre.

Entrambe le iniziative fanno capo al progetto “Valore Paese Italia” per la valorizzazione del patrimonio pubblico di pregio storico, artistico, paesaggistico con fini turistico-culturali, con l’obiettivo di potenziare lo sviluppo dei territori e di promuovere l’eccellenza italiana. Possono accedere ai bandi persone fisiche, imprese individuali, società commerciali, società cooperative, associazioni, fondazioni e consorzi.

Il modello è quello delle esperienze delle cosiddette Lighthouse accommodation, dove immobili non più di interesse operativo sono destinati a una nuova vita. I fari potranno accogliere attività turistiche, ricettive e ristorative quali attività principali e altre collaterali da quelle ricreative fino agli eventi anche sportivi e sociali. Il tutto col fine di riscoprire e valorizzare i territori, nel rispetto del paesaggio e dell’ambiente. Per i tre lotti del bando dei tre fari di Isola Capo Rizzuto, Vieste e Punta Polveraia – del valore di 15 milioni di euro (il valore dell’affidamento è stimato sulla base di un potenziale fatturato di 5 milioni per faro) – è prevista una concessione massima di 19 anni, compreso il periodo necessario per la fase di lavori e riqualificazione.


Relativamente al bando da 18 immobili che include il faro di Capo Grosso sull’isola di Levanzo, si tratta di una cosiddetta concessione di valorizzazione, strumento di partenariato pubblico privato che prevede la concessione del bene fino a un massimo di 50 anni.


Fra le regioni più attive sul fronte della riqualificazione dei fari c’è la Puglia dove è stata prorogata fino al 27 ottobre, presso la Fondazione Musei Pino Pascali a Polignano a Mare in provincia di Bari, la mostra “Fari e torri del fuoco segreto” frutto dell’omonimo progetto promosso dalla Fondazione con il dipartimento del Turismo e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia: protagonisti Torre San Felice a Vieste, Torre Pietra a Margherita di Savoia, Torre Calderina a Molfetta, il Faro di San Cataldo di Bari, il Faro di Punta Palascìa a Otranto e la Torre-Faro Carlo V di Torre San Giovanni di Ugento.

Lo scorso maggio doppia inaugurazione per il “Museo della radio” e il “Museo dei fari e delle torri costiere della Puglia” entrambi in una sezione del faro di San Cataldo che è tuttora in esercizio. L’intervento di restauro e rifunzionalizzazione, dell’importo complessivo di 510mila euro, rientra nel progetto “Cohen – Coastal Heritage Network” a cui partecipa la Regione Puglia, realizzato in sinergia con la Marina Militare.

Il turismo dei fari è già una realtà al punto che Jetcost.it, motore di ricerca per voli e hotel, ha stilato una classifica dei 20 fari d’Europa preferiti dagli utenti: l’Italia porta a casa tre segnalazioni ossia la Lanterna, simbolo della città di Genova, il faro di Capri e Capo Spartivento in Sardegna, quest’ultimo trasformato in hotel di lusso con 700 mq di terrazze panoramiche a picco sul mare di Chia.

In copertina: Faro Vieste, ©Wikimedia

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