A Londra l’ultima tappa di un tour mondiale iniziato dieci anni fa
A Londra, l’ultima tappa di The world of Tim Burton: un viaggio immersivo lungo l’opera del celebre cineasta americano che giunge nella sua città d’adozione dopo un tour mondiale. Un percorso allestito in 11 Paesi e 14 centri urbani dal 2014, espressamente adattato e fisicamente reimmaginato per il Design Museum. Qui, i visitatori potranno dare uno sguardo più approfondito al lavoro del regista osservandolo attraverso la lente del design, per la prima volta.
In primo piano cinque decenni di creatività dove cinema e design sono protagonisti e in cui si commemorano i processi creativi alla base di molte delle pellicole di Burton, tra cui Beetlejuice (1988), Batman (1989), Edward mani di forbice (1990) e Charlie e la fabbrica di cioccolato (2005). Anni illustrati dai suoi primi progetti non realizzati, dai suoi disegni e dai suoi pezzi forti fino ad arrivare al film Beetlejuice Beetlejuice, presentato alla Mostra del Cinema di Venezia lo scorso agosto (2024) e agli ultimi lavori per la seconda serie di Mercoledì, per Netflix.
«È una cosa strana mettere in mostra 50 anni di arte e della propria vita perché tutti possano vederli, soprattutto quando questo non è mai stato lo scopo originario – spiega Tim Burton in occasione dell’inaugurazione – in passato mi sono opposto all’idea di allestire la mostra a Londra, ma sono ora convinto che collaborare con il Design Museum per questa tappa finale sia la scelta giusta. Comprendono l’arte e con l’opportunità di adattare l’evento e porre in rilievo il modo in cui il design interagisca con le opere, mi ha consentito di vedere il tutto attraverso una nuova lente entusiasmante».
Curato da Maria McLintock, il percorso conta oltre 600 elementi, riuniti per tracciare l’evoluzione della singolare estetica del design di Burton.
Oggetti presentati in molteplici sezioni focalizzate su periodi differenti della sua carriera, materializzate in allestimenti che ricordano la sua filmografia e ripropongono il tema dei sobborghi urbani, dei palcoscenici cinematografici e dei corridoi angolari, accompagnate da un paesaggio sonoro personalizzato firmato da Tomi Rose, maestro del suono.
Rilievo anche per i riferimenti a collaborazioni a lungo termine con designer attivi nel campo dei costumi, della creazione delle scenografie tra cui appaiono l’architetto Anton Furst, i fabbricanti di marionette e animatori stop-motion Mackinnon e Saunders e il designer di produzione Rick Heinrichs. Molteplici i capi firmati dalla costumista Colleen Atwood, artefice dell’abito a righe in bianco e nero di Katrina van Tassel in Sleepy Hollow (1999), del Rave’N dance dress di Wednesday (2022-2025) e del disegno delle uniformi scolastiche nella medesima serie. Inconfondibile il look per Edward mani di forbice, indossato dall’attore Johnny Depp e qui esposto accanto ai modelli di scenografia del film di Bo Welch, alle famigerate mani di forbice di Stan Winston e ai primi schizzi del personaggio realizzati da Burton.
Suburban Beginnings è il capitolo introduttivo dell’evento. Una narrazione nuova, rivista per gli ambiti del Design Museum, dove l’introduzione diviene un’opportunità per ripercorrere le esperienze artistiche iniziali del regista, i suoi studi e il periodo di lavoro alla Disney come apprendista animatore. Fase arricchita dalla presentazione di un’installazione che ripropone il setting dello studio del cineasta seguita dalla sezione di Crafting Imagination in cui si esplora la sua attività all’Hollywood Studio scrutando i temi che hanno influenzato il suo lavoro, quali il carnevalesco e le festività e osservando il suo esteso contributo all’animazione in stop-motion. Le proiezioni i protagonisti di Building Worlds dove tredici delle sue pellicole più famose, insieme alla serie televisiva di Mercoledì, vengono presentati attraverso la lente del design.
Highlight e filo conduttore dell’evento sono gli schizzi e le figure espressionistiche disegnate dal regista fin dalla sua infanzia. Opere che rappresentano sempre il primo passo nel processo creativo di Tim Burton per poi dar vita ai mondi fantastici dei suoi lavori. Tra le prime incarnazioni di personaggi, il Cappellaio Matto di Alice nel Paese delle Meraviglie (2010) e i marziani di Mars Attacks! (1996) introdotte al pubblico accanto alle scenografie cinematografiche di cui fanno parte, ai costumi e alle componenti di sfondo indicando il percorso che hanno compiuto passando dall’immaginazione del cineasta alla realtà cinematografica.
«Per Tim Burton ogni film inizia con un disegno, a cui spesso ritorna nel tempo, quasi come a vecchi amici – spiega la curatrice Maria McLintock – siamo entusiasti di esporre molte di queste opere profondamente personali al Design Museum, nel cuore della città che ha chiamato casa per oltre vent’anni».
E il racconto prosegue attraverso i corridoi di Drawing Narratives, animato da opere di Burton come artista e autore visivo per poi giungere all’ultima sezione di Beyond Film focalizzata su produzioni che vanno al di là del mondo cinematografico e su designer ispirati dai suoi interventi, quali Tim Walker.
The world of Tim Burton, che ha già registrato una prevendita record di ben 32mila biglietti prima dell’inaugurazione, sarà aperta fino al prossimo 21 aprile. Il Design Museum e Snap Inc rilasciano anche un’esperienza in realtà aumentata gratuita che rende omaggio alla creatività di Tim Burton, direttamente dal proprio smartphone.
In copertina: ©Matt Crossick/PA Media Assignments
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