A Milano, nello spazio Tenoha, un viaggio alla scoperta di negozi di tessuti e vini, di laboratori per la riparazione di biciclette, barbiere incluso
Una carta d’imbarco, l’”ingresso” all’interno di un aereo, l’arrivo in un immaginario aeroporto giapponese. Inizia così la passeggiata tra alcune delle botteghe tradizionali di Tokyo, protagoniste della mostra immersiva Botteghe di Tokyo – The Exhibition, aperta recentemente negli spazi del concept-store Tehona, a Milano.
Ispirato all’omonimo libro di Mateusz Urbanowicz, fumettista ed illustratore polacco, ma residente da alcuni anni in Giappone, e pubblicato da L’ippocampo edizioni, il percorso espositivo si snoda lungo oltre mille metri quadrati, alla scoperta di negozi di tessuti e cuscini tradizionali, di vini, di botteghe di riparazione di biciclette e motocicli, e persino di un barbiere.
Sono una decina i cartonati giganteschi riprodotti a partire dai 50 acquerelli di Urbanowicz presenti nel volume, in un interessante allestimento curato da Laura Micalizzi, che accompagnano i visitatori in un viaggio immaginario tra gli edifici più caratteristici di alcuni dei quartieri di Tokyo.
Un percorso arricchito anche da alcuni tipici complementi del Sol Levante, come un distributore automatico di bibite, i “photobooth” per le foto di gruppo e persino un taxi. Cura e attenzione ai dettagli – anche la strada riprodotta sul pavimento riporta gli stessi caratteri delle strade giapponesi – riescono a rendere al meglio l’atmosfera della capitale giapponese (senza il traffico) attraverso luci, suoni, colori. Si passa dalla libreria Seishin-do, della quale è rappresentato anche l’interno, a Kikumi, il negozio che vende i tradizionali senbei (salatini di riso quadrati), al ristorante Sakae-ya, un vecchio milk hall (dove si beveva il caffè con il latte) risalente agli anni ’20 e ’30, o ancora Tenyasu, negozio di tsukudani – un preparato a base di salsa di soia e mirin utilizzato per la conservazione dei cibi come alghe e piccoli pesci – risalente al 1837. Il tutto dando vita alle visioni dell’artista polacco. E proprio a lui e al suo studio è dedicata l’ultima parte della mostra, dove sono esposti i pennelli, le chine e i pennini, nonché gli acquarelli, da lui utilizzati per le illustrazioni.
Non poteva mancare un angolo per le foto, un set studiato per Instagram: uno sfondo con un tipico paesaggio giapponese alle spalle e una panchina dove, indossando costumi che sembrano usciti dai manga, ci si può sedere per una fotografia con gli amici.
Sia il libro che la mostra rappresentano un modo per accendere i riflettori su un patrimonio architettonico che, purché espressione della vita quotidiana e dell’ecosistema della città, raccontano e incarnano un’importante eredità storica per il Giappone, soprattutto del periodo Showa (1926-1989). E, come scrive lo stesso Urbanowicz nella postfazione al volume, se alcune di queste botteghe non sono per nulla note ai cittadini o non rappresentano delle icone della capitale (tre delle prime 10 ritratte nel 2016 sono state demolite o chiuse), “spero che la pubblicazione del libro contribuisca a proteggere la maggior parte possibile di questi preziosi edifici”.
La mostra sarà aperta fino al 27 marzo da Tenoha. Ricavato in un ex edificio industriale degli anni ’20 nel quartiere dei Navigli, e inaugurato nel 2018, oggi Tenoha, unico concept store di questo tipo in Europa, è uno spazio multifunzionale di 2.500 metri quadrati, che comprende un negozio, un ristorante, un bar, un co-working, uffici e uno spazio eventi. Il progetto è firmato dallo studio milanese Park Associati. La visita è gratuita, ma è consigliabile la prenotazione sulla pagina Botteghe di Tokyo.
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