Tra arte e artigianato, la creatività come motore della rigenerazione urbana post Covid
Una road map per la ripartenza dei centri storici post pandemia, con un ruolo primario affidato alla creatività e alla valorizzazione delle figure di artisti e artigiani come motori di uno sviluppo urbano sostenibile, a partire dalle identità locali. Sono gli obiettivi della prima edizione del Creativity Forum – che si svolgerà a Carrara dal 24 al 26 settembre 2021 –, evento con cui la “città del marmo” intende promuovere, insieme alle altre Città Creative italiane inserite nell’apposita lista dell’Unesco, un momento di riflessione e confronto sulla progettazione della rigenerazione culturale, sociale ed economica dei centri urbani.
L’idea nasce – spiega la nota di presentazione dell’iniziativa – “dall’attenzione al dibattito internazionale che sta elaborando possibili scenari di rinascita post pandemica, legati ai temi della sostenibilità (Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile), del patrimonio (Convenzione di Faro) e delle identità locali, ponendosi come format replicabile non solo di una buona pratica di contaminazione, ma anche come modello di rigenerazione urbana” .
Obiettivo del Creativity Forum, promosso dal Comune di Carrara, «è ragionare su un nuovo modello di sostenibilità culturale: protagoniste del cambiamento, in quest’ottica, potranno essere le città creative che, nel post Covid19, rappresentano luoghi di resilienza culturale; microeconomie che, più di altre realtà, sono state colpite dalla pandemia e che hanno la necessità di ricostruire un percorso virtuoso di progettazione, indirizzato e configurato in base a nuovi modelli di strategia culturale». A dirlo è Laura Barreca, coordinatrice del Tavolo di esperti del Forum, docente di Storia dell’Arte contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Carrara e direttrice scientifica del mudaC, che spiega: «Il presupposto da cui partiamo è il rapporto tra arte e artigianato, quali strumenti di sviluppo sostenibile per i centri storici. La cura di questi luoghi, infatti, passa anche attraverso un rapporto da rinsaldare, eticamente responsabile, con le economie dei territori».
Bisogna tornare a riconoscere nella figura dell’artista colui che fa emergere questioni dirimenti per la società e che deve essere coinvolto nella ridefinizione dei centri urbani; e nell’artigiano un riferimento per il made in Italy e per un’economia basata sulle identità e sulle specificità.
Laura Barreca, coordinatrice del Tavolo di esperti del Creativity Forum
Ma in che modo la valorizzazione della creatività può rivitalizzare e innescare la ripresa culturale delle città? Un esempio concreto è quanto accaduto con il mudaC, Museo delle Arti di Carrara (ex Centro arti plastiche) che negli ultimi due anni ha ridefinito la propria immagine al “plurale” – dalla scultura alla pittura, fino alla fotografia –, rafforzando il legame con l’Accademia di Belle Arti, che custodisce un cospicuo patrimonio artistico, tra cui gessi di Canova e Thorvaldsen. «A maggio scorso – racconta Barreca – gli studenti dell’istituto sono stati chiamati a ideare e ad incidere il nuovo logo del Museo sulla pietra del muro che circonda l’edificio: un’operazione di successo che potrà essere replicata in altre iniziative nel centro storico carrarese. Così come il riutilizzo di spazi comunali dismessi per attività espositive. La rinascita delle città passa attraverso la promozione di attività culturali, la gestione ‘partecipata’ in stretto rapporto con la comunità e il coinvolgimento dei giovani».
La città di Carrara – dove il marmo è da sempre protagonista incontrastato di paesaggio, storia, cultura, arte, economia – si propone, in questo senso, come modello e laboratorio permanente di progettualità e sperimentazione di buone pratiche, puntando sulla collaborazione tra realtà urbane diverse.
A partire, come detto, dalla rete delle Città Creative italiane che rientrano nella lista dell’Unesco – nata nel 2004 per promuovere la cooperazione tra le città che hanno identificato la creatività come elemento strategico per lo sviluppo urbano sostenibile – divisa in sette diversi clusters, corrispondenti ad altrettanti settori culturali: musica, letteratura, artigianato e arte popolare, design, media arts, gastronomia, cinema). Attualmente, sono undici le Creative Cities italiane presenti nelle diverse categorie – mentre a livello mondiale si arriva a quota 246 –, eccole in ordine di designazione e con l’indicazione della categoria di appartenenza: Bologna – musica (2006); Fabriano – artigianato e arte popolare (2013), Roma – cinema (2015), Parma – gastronomia (2015), Torino – design (2016), Milano – letteratura (2017), Pesaro – musica (2017), Carrara – artigianato e arte popolare (2017), Alba – gastronomia (2017), Biella – artigianato (2019), Bergamo – gastronomia (2019).
«Stiamo lavorando in condivisione con i rappresentanti delle altre città del network – afferma la coordinatrice del Tavolo di esperti del Creativity Forum – per fare emergere sfide e priorità: su queste si costruirà un manifesto – la “Carta di Carrara per lo sviluppo sostenibile dei centri storici attraverso l’arte e l’artigianato” – che sarà perfezionato durante il Forum e in cui saranno riassunti, in una sorta di road map, indirizzi e modalità di intervento per il prossimo futuro».
Il documento, realizzato con la consulenza scientifica dell’Accademia di Belle Arti di Carrara e della Fondazione Pistoletto – Cittadellarte di Biella, sarà simbolicamente consegnato durante il Forum al sindaco di Carrara, Francesco De Pasquale, al Coordinamento Italiano delle Città Creative e al Segretariato Unesco per il Creative Cities Network. Sarà inoltre promossa una dichiarazione di respiro internazionale, istituzionale, predisposta da Carrara Città Creativa Unesco con la collaborazione di Itki Foundation Usa, per riconoscere il ruolo dell’artista e dell’artigiano nella rigenerazione urbana, «come co-disegnatore delle città negli scenari post-pandemici e valorizzatore delle identità locali».
Immagine di copertina: Nicoli Ambrogi. Ph. © Michele Ambrogi
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