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Lo spirito dei giochi olimpici nel nuovo museo di Atene

L’Aom, appena aperto al pubblico, progettato da KLab architecture e Mulo Creative Lab, ha un design che coinvolge e invita alla partecipazione


© Klab – Kinetic Lab of Architecture

L’importante è partecipare. La frase che più di ogni altra rappresenta lo spirito dei moderni Giochi Olimpici sembra essere stata la fonte principale di ispirazione, almeno da un punto di vista concettuale, del nuovo museo delle Olimpiadi, che ha appena aperto i battenti ad Atene: un percorso di visita – immersivo, coinvolgente, interattivo – che punta a stimolare la partecipazione dei visitatori interessati a scoprire storia, cultura, valori e curiosità sulla manifestazione sportiva fondata dal barone de Coubertin e che coinvolge tutti i paesi del mondo. Un viaggio lungo 3.000 anni sull’evoluzione della “sportività” – definita per l’occasione sportσmαnship, inserendo nella parola inglese le lettere greche sigma e alfa – e dei suoi eroi: gli atleti.

Il nuovo Athens Olympic Museum (Aom) è stato aperto al pubblico – con un ritardo di un anno sulla tabella di marcia a causa della pandemia globale e nel pieno rispetto delle misure per la prevenzione del contagio – meno di un mese fa, a metà maggio. Una inaugurazione che anticipa – e in qualche modo introduce – l’appuntamento, rinviato anch’esso di un anno causa Covid 19, con Tokyo 2020, la XXXII Olimpiade, la cui cerimonia inaugurale si svolgerà il prossimo 23 luglio.


Il progetto è firmato da KLab architecture (spatial design) e Mulo Creative Lab (exhibition design), che hanno lavorato all’interno dell’involucro di un edificio esistente, l’ex International Broadcast Centre (Ibc) durante i Giochi di Atene 2004 – nel quartiere di Maroussi, vicino al complesso del parco olimpico –, che oggi si trova nel contesto di un grande centro commerciale, il Golden Hall.


Il progetto architettonico per gli spazi interni e il design espositivo sono stati due aspetti concepiti di pari passo. L’architettura e il design dell’esposizione, spiega Konstantinos Labrinopoulos, fondatore di KLab architecture, studio con basi a Londra e ad Atene, in rappresentanza dei progettisti coinvolti – «sono stati sviluppati in parallelo, in modo che l’insieme sembrasse coerente». Entrambi i team di progettazione – composti anche da Xara Marantidou, Evangelia Kakkava, Fani Peroni Chalkia, Katerina Tsitsiva, Vasiliki Dermitzaki – «hanno avuto il privilegio di lavorare contemporaneamente, nello stesso luogo, acquisendo un’idea completa di come lo spazio potesse apparire alla fine, con l’allestimento di mostre e grafiche». Il museo, in particolare, «doveva essere, allo stesso tempo sia minimale che monumentale, creando un’esperienza “intrigante” attraverso una varietà di ambienti. La narrazione di ogni spazio porta a un design ad hoc pur mantenendo un’identità architettonica complessiva. Sebbene gli spazi siano potenti, la loro astrazione consente letture diverse».

La trasformazione degli interni del museo ha puntato ad offrire un’esperienza coinvolgente, sia sul fronte delle emozioni che dell’apprendimento, con “sorprese” spaziali, grafiche e interattività per i visitatori, curve e archi che ricordano gli antichi stadi, ambienti “fluidi e organici” che favoriscono i passaggi da uno spazio all’altro e gli spostamenti nei 1.800 metri quadri dell’area espositiva. Altro protagonista è l’allestimento luminoso, con i designer che si sono “ispirati alla luce solare onnipresente nel paesaggio greco”, cercando di rendere “il senso di questa luce quasi metafisica della Grecia”: gli elementi luminosi rimangono il più delle volte nascosti, con la luce che rivela le geometrie curve utilizzate.


Il complesso è organizzato in due parti: la prima racconta la storia dei Giochi Olimpici dalle origini nell’antica Grecia fino a come li conosciamo oggi; la seconda è dedicata al movimento olimpico, ai suoi valori, agli atleti e allo sport.


«Avevamo infinite fonti di ispirazione per la composizione complessiva – sottolineano i progettisti – poiché avevamo molti oggetti con cui lavorare, supportati da altri musei ed enti culturali e dal vasto tesoro archeologico della Grecia. Il nostro design, in una certa misura, mette in evidenza il senso della competizione sportiva, attraverso le rappresentazioni di atleti in movimento, che a sua volta è una narrazione dell’idea di evoluzione dello sport nel tempo».

 

In copertina: © Klab – Kinetic Lab of Architecture

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