“Orme” è la sua personale aperta fino al 30 luglio negli spazi di Pianca & Partners di Milano
Quando gli oggetti parlano, quando il design dialoga con la materia, quando il pensiero e il progetto si contaminano con linguaggi diversi, tutto questo è anche nell’opera di Simone Bonanni, classe 1989, giovane designer che collabora con marchi come Alessi, Fiam, MDF Italia, Moooi, Pianca, esposta negli spazi Pianca & Partners a Milano. Studi per rubinetti, anelli nuziali, tavolini e tanto altro.
La mostra, aperta fino al 30 luglio, a cura dell’architetto Massimo De Conti, è una celebrazione della “forma come elemento attivatore di emozioni” e racconta il lavoro del progettista attraverso 10 illustrazioni di grande formato, accompagnate da oggetti, appunto, piccoli prototipi e testi evocativi.
E quando il design non esclusivamente fa a botte con il successo, non amoreggia con il mercato, non vuole solo sorprendere, ma vuole parlare, suscitare, raccontare, appaiono orme e forme, parole e numeri, carnalità sensuali e la pulizia della linea. E si avvicina all’arte. Simone Bonanni ha cura degli oggetti, non solo perché fanno parte di uno spazio, perché hanno una funzione, non solamente per l’estetica, ma ha amorevole dedizione perché gli oggetti parlano, divengono segni della contemporaneità, elementi che compensano le debolezze umane al di là di qualsiasi funzione essi svolgano. Insomma, nella mostra di Bonanni gli oggetti portano i luoghi in presenza, ci ricordano quello che siamo e dove ci troviamo, al di là di congetture meramente funzionaliste, essi sono degli elementi di mediazione attraverso i quali comprendere gli stati d’animo. Non scontato.
Nell’epicentro di Pianca & Partners, lo showroom di 900 metri quadrati progettato da Calvi Brambilla.
Nel cuore del design district milanese di Brera, in via Porta Tenaglia 7N3, fanno bella mostra il letto “Domenica”, abbondante ma anche dalle linee rigorose. E poi i complementi del gruppo “Kyoto”, comodino e comò, che nascono dalla ricerca del tratto assoluto tra angolo e linea retta. Bonanni ha una certa insofferenza nei confronti di un’idea normalizzante e omologata del design, ma in lui non c’è mai la ricerca assoluta e ostinata dell’essere per forza speciale. Questo approccio autentico al disegno e al pensiero che c’è dietro, è tangibile. «Voglio tenermi stretto il mio essere un piccolo artigiano», racconta.
Disegno a mano. Tantissimo. Mi piace fare ritratti, quadri astratti e illustrazioni. Quando sono in fase di creazione, mi sveglio la mattina e non vedo l’ora di rivedere il progetto a cui sto lavorando. Sono curioso ed entusiasta
Simone Bonanni, designer
La mostra inaugura il nuovo format espositivo “Di/Segno” per dare voce al racconto del design, della creatività, della contaminazione tra generi e arti.
Un progetto di storytelling che ha l’intento di mettere in scena la poetica progettuale e la sensibilità estetica e narrativa dei designer, valorizzando il rapporto tra segno, parola, pensiero e forma.
Nato a Pordenone, Simone Bonanni dopo la formazione allo IED Istituto Europeo di Design di Milano nel 2011 con una tesi che ha ricevuto la Menzione d’Onore in occasione del 23esimo ADI Compasso d’Oro (Targa Giovani), dal 2012 entra a far parte del team del creativo Marcel Wanders ad Amsterdam, come product designer e project leader e, nel 2015, fonda Simone Bonanni Studio (SBS), e da allora lavora a progetti per marchi internazionali.
In copertina: Mostra ORME di Simone Bonanni da Pianca & Partners © Andrea Martiradonna
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