Tra gli ambassador c’è Perrelli (Buzzoole): un’alternativa al modello urbanistico delle città da 15 minuti
Courmayeur, lavora a ritmo della montagna. Smart working sostenibile, in armonia con il ritmo della natura. È nato ai piedi del Monte Bianco un nuovo modello di telelavoro attento al benessere, promosso dal Manifesto sottoscritto a Courmayeur dalla comunità, dagli operatori del turismo e da personalità legate al territorio. «Un invito a vivere come i locals: il risveglio tra le vette, lo yoga o la passeggiata mattutini, il pranzo sulla terrazza di un rifugio o il picnic nei prati, il relax dopo il lavoro, nella natura. Senza trasferire la città in montagna, ma portando la montagna nella propria vita. Tante le possibilità offerte: dalla work-station nella stazione della funivia Skyway Monte Bianco, con pausa pranzo panoramica a quasi 3.500 metri, allo chalet esterno, immerso nella valle, dove ritirarsi in solitaria, avvolti da una mantellina». Questo, in sintesi, il progetto spiegato anche con le parole del sindaco Roberto Rota che ha sottolineato la necessità di «ripartire, continuando a progettare. Da qui l’idea che coniuga l’identità, i valori e lo stile di vita con la montagna, con il tema del lavoro agile».
«Bisogna vincere il momento difficile che ci sta mettendo in ginocchio da un anno. E se con le avversità si possono accelerare dei cambiamenti, coniugare lo smart working con la vita della montagna potrà essere una sfida»
Il sindaco sottolinea peraltro la necessità di «mantenere i valori: non si trasformi tutto in un grande business, si conservi il modello di vita, non ci siano forzature, si imparino ad ascoltare la natura e i suoi tempi. Dopo una nevicata – racconta – ci sono dei tempi, le strade non si aprono dopo mezzora! Queste condizioni sono conosciute dai locali e dovranno essere ben interpretate da tutti quelli che vorranno venire a lavorare in montagna, senza pensare di importare il ritmo urbano forsennato».
Lavorare connessi con il mondo, ma poter anche alzare la testa, allungare lo sguardo e riossigenarsi. È questione di “bellezza”. Ed è un progetto che va condiviso: «la montagna insegna questo, si va in cordata».
Già in poche ore, in tanti hanno voluto sottoscrivere il documento e sostenere la campagna: in primis la comunità, gli abitanti di Courmayeur con il sindaco e i rappresentanti degli operatori turistici, i maestri di sci della Scuola di sci Monte Bianco e della Scuola di sci Courmayeur, le Guide Alpine di Courmayeur, i commercianti, gli albergatori, Skyway Monte Bianco. La sfida è quella di un modello turistico differente. A loro si sono aggiunte diverse personalità legate alla cittadina valdostana, come l’economista ed ex ministro Elsa Fornero, Gianluca Perrelli, ceo di Buzzoole, imprenditore digitale, Lodovico Passerin d’Entrèves, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Courmayeur e Francesco Colorni, imprenditore e “padre” dell’Umarell da scrivania di Superstuff, realizzati con la stampante 3D, che rilanciano in chiave pop il cliché dell’anziano che osserva i cantieri. Con Superstuff è nata una vera e propria partnership, che prevede la creazione di Umarell brandizzati Courmayeur: benefiche presenze aiutano gli smartworker ad essere produttivi in una Courmayeur che può essere vista come un cantiere permanente – di idee, proposte, visioni.
Sul tema è intervenuto lo stesso Gianluca Perrelli, imprenditore del settore digitale fin dagli albori e un testimonial dello smart working nella cittadina valdostana. «Mi sento in dovere di restituire quello che Courmayeur mi ha dato. Ho trascorso qui gran parte di questo ultimo anno di pandemia – ha raccontato – e sono rinato, il confronto diretto con la natura ai piedi del Monte Bianco ha riequilibrato la mia routine. Le facili connessioni e la natura esplosiva, la possibilità di godere della propria famiglia con tutte le tecnologiche in linea con le aspettative e le necessità». Perrelli ha citato il libro di Luciano Floridi, “Il verde e il blu” per ricordare come si possano coniugare tecnologia e natura, a servizio di una nuova normalità. «Courmayeur è un modello, ha una grande opportunità di essere non solo una cittadina esclusiva, ma anche inclusiva, proprio grazie alle connessioni e alle risorse. Un’alternativa ad un nuovo modello urbanistico delle città da 15 minuti».
L’idea di fondo: rilanciare lo smartworking – ormai un must nelle località turistiche – in chiave evoluta, rispettosa di un territorio tanto protetto quanto accessibile, collegato direttamente dall’autostrada. E come si fa? Invitando a non trasferire lo stile della città in montagna, ma a portare la montagna al centro del proprio stile di vita
Le proposte. Sono tante le possibilità tra cui scegliere. Ad esempio, chi si sente “cozy” ed è alla ricerca di una privacy estrema può lavorare nella natura, avvolgendosi nella mantellina firmata Auberge de la Maison, prenotando lo chalet alpino esterno dell’hotel. E chi aspira alle grandi altezze può acquistare il biglietto smartworking di Skyway Monte Bianco: si sale sulle cabine panoramiche, si lavora nella work station al Pavillon, a 2.200 metri, con coffee station e vista. La pausa pranzo sul Monte Bianco è compresa: si raggiunge in qualche minuto Punta Helbronner (3.466 metri) e si gustano gli ingredienti del territorio al Bistrot Panoramic. Qui la terrazza circolare regala un colpo d’occhio sui 4.000: il Monte Bianco, il Monte Rosa, il Cervino, il Gran Paradiso e il Grand Combin. Chi cerca la quiete della montagna abbinata al massimo del comfort può puntare verso il Grand Hotel Courmayeur Mont Blanc, tra i borghi di Larzey e il Villair, e prenotare una delle due sale, perfette per videoconferenze e telelavoro. Lo storico Royal&Golf Hotel, in pieno centro, punta invece alle anime più gourmet, con un room service particolarmente curato, abbinato alle attrezzate smart working room con bagno privato.
Purtroppo la stazione dello sci praticamente non è iniziata, ma le porte per gli “smart worker di montagna” sono aperte. Ne è convinta anche la trentenne Federica Bieller, presidentessa di Skyway, le funivie della montagna più alta d’Europa, che ha apprezzato il progetto sottolineando l’impegno «per portare le persone a vivere e lavorare in alta quota. Lavorare nel bello, con energie positive, moltiplica la produttività e consente di apprezzare le meraviglie naturali. Non secondario a Courmayeur – ha aggiunto Bieller – il plus del networking e quindi la possibilità di relazionarsi direttamente con la comunità alpina e con ospiti da tutto il mondo, con interessanti bagagli professionali. Un progetto che ci farà crescere e aprirci al mondo».
Dall’economista Elsa Fornero una riflessione sull’empowerment femminile e il richiamo alle opportunità legate al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, «che sia anche una ripresa di valori civili, di cemento sociale, anche per attrezzare e le aree interne dal punto di vista delle connessioni, troppo spesso sacrificate».
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In copertina: Umarell di Superstuff ph. © CSC Curmayeur