Si parla dei talenti delle donne, ma anche della robotica. Dalla pittura alle scienze, in città i tanti linguaggi dell’arte ritrovano spazio attraverso mostre ed esposizioni
Dalla vita fuori dalle regole a dentro gli ingranaggi dell’arte. Dalla robotica alla ricerca, dalla scultura alla storia cittadina. I talenti delle donne si prendono tutto lo spazio del programma espositivo del Comune di Milano, la cultura rivive con le sue mostre e i suoi musei, con le collezioni e le esposizioni temporanee. Eccole le pittrici, le scienziate, presenti nel tessuto creativo e artistico di questo Paese, ma ignorate nei panel dei festival. Ma non solo: performance, installazioni e tanta contemporaneità.
Dopo lo stop a causa del Covid, riprende l’attività dei centri d’arte dell’Amministrazione del capoluogo lombardo. Da Palazzo Reale al Museo del Novecento, dal Castello Sforzesco all’Acquario, dal Pac al Mudec, secondo l’assessore alla Cultura Filippo Dal Corno: «Oggi possiamo dire che i musei e le gallerie della città sono i luoghi più sicuri».
La stagione riparte al Palazzo Reale con “Prima, donna. Margaret Bourke-White” (fino al 14 febbraio del 2021), una straordinaria retrospettiva dedicata a una grande fotografa, alla sua visione e alla sua vita controcorrente. Margaret Bourke-White (New York, 1904 – Stamford, 1971) è una tra le figure più rappresentative ed emblematiche del fotogiornalismo. Milano la celebra attraverso una selezione inedita delle immagini più iconiche realizzate nel corso della sua lunga carriera. Pioniera dell’informazione e dell’immagine, Margaret Bourke-White ha esplorato ogni aspetto della fotografia: dalle prime immagini dedicate al mondo dell’industria e ai progetti corporate, fino ai grandi reportage per le testate più importanti come Fortune e Life. Dalle cronache visive del secondo conflitto mondiale, ai celebri ritratti di Stalin prima e poi di Gandhi (conosciuto durante il reportage sulla nascita della nuova India e ritratto poco prima della sua morte); dal Sud Africa dell’apartheid, all’America dei conflitti razziali fino al brivido delle visioni aeree del continente americano. Oltre 100 immagini, provenienti dall’archivio Life di New York e divise in 11 gruppi tematici che, in una visione cronologica, rintracciano il filo del percorso esistenziale di Margaret Bourke-White e mostrano la sua capacità visionaria e insieme narrativa, in grado di comporre un tessuto di realtà denso e folgorante.
Una storia, la sua, che racconta una vita avventurosa, una carriera artistica ricostruita con documenti autobiografici, materiale multimediale, immagini personali, sottolineata dall’impostazione curatoriale di Alessandra Mauro.
Discipline del pensiero creativo che non riguardano solo l’arte, la fotografia, ma anche la scienza. Infatti la mostra che ha inaugurato il 29 settembre all’Acquario Civico, “Una vita da scienziata” (fino al 1 novembre 2020), presenta volti e competenze di grandi scienziate italiane, protagoniste del progetto “#100esperte – 100 donne contro gli stereotipi”, nato per valorizzare l’expertise femminile in settori percepiti ancora come di dominio maschile. Biologhe, chimiche, farmacologhe, ingegnere, astrofisiche, matematiche, chirurghe, paleontologhe, informatiche: sono solo alcune delle professioni, condotte ai massimi livelli, delle scienziate osservate in ambienti protetti, privati, intimi, famigliari. Sono i luoghi di lavoro delle esperte: laboratori, università, ambulatori, in cui ogni giorno donne e uomini si impegnano per spostare i confini della conoscenza. Il percorso di ritratti, realizzato dal celebre fotografo Gerald Bruneau, intende contribuire al superamento di pregiudizi di genere nella pratica scientifica, le famosissime materie Stem.
I talenti delle donne arrivano anche alla pittura. Sarà in mostra l’opera di Carla Accardi al Museo del Novecento dal titolo “Contesti”. Si tratta della prima monografica dedicata da un’istituzione pubblica a sei anni dalla scomparsa della grande astrattista. Il progetto, curato da Maria Grazia Messina e Anna Maria Montaldo con Giorgia Gastaldon, attraverso 70 opere circa e insieme a fotografie e documenti dell’Archivio Accardi Sanfilippo, riporta infatti al centro dell’indagine espositiva il panorama e il contesto storico, sociale e politico con cui l’artista si è rapportata. Rivelandone il vivace orizzonte visivo, restituendo il ritratto di una donna coraggiosa e sperimentatrice che, in un momento in cui le istanze della pittura erano di competenza pressoché maschile, è diventata la prima astrattista italiana riconosciuta internazionalmente.
Ancora il ‘900 è protagonista. Attraverso la lente della Rivoluzione d’Ottobre al Palazzo Reale dal 28 ottobre 2020 al 5 aprile 2021 vanno in scena “Divine e avanguardie. Le donne nell’arte russa” (a cura di Evgenia Petrova e Joseph Kiblitsky). La mostra, una collaborazione esclusiva del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, racconta l’evoluzione culturale e sociale delle donne in Russia attraverso le espressioni artistiche dal XIV al XX secolo. Dalle sacre icone alla pittura, dalla scultura alla grafica fino alla raffinata porcellana. Due grandi capitoli, suddivisi in sezioni, con circa 100 opere in larga parte mai esposti prima in Italia. Da un lato le donne russe raffigurate, dall’altro un capitolo dedicato alle donne artiste in Russia.
Il tema della relazione tra cultura umanistica e cultura scientifica troverà diversi momenti nella stagione espositiva di questo 2020 e 2021. Anche alla luce di questo periodo pandemico si studia il collegamento tra i processi di automazione e l’uomo. Al Mudec, dal 26 novembre 2020 al 28 marzo 2021, sarà visibile “Robot. The human project”. Dai primi congegni meccanici dell’antica Grecia alle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale, l’essere umano e il suo doppio. Tema interessante è denso di riflessioni. Oggi la robotica influenza le nostre vite in una scala globale. Il progetto espositivo, realizzato in collaborazione con i principali istituti di ricerca come l’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e l’IIT di Genova, intende offrire una chiave di lettura per il futuro.
“Tania Bruguera. La verità anche a scapito del mondo” verrà esposta dal 10 aprile 2021 al 13 giugno 2021 al Pac. Si tratta della prima mostra personale in Italia (curata da Diego Sileo) della performer e attivista cubana le cui installazioni esaminano le strutture del potere ed esplorano i modi in cui l’arte può essere applicata alla vita politica quotidiana. Militanza che non è solo attivismo politico, ma anche sociale. La sfida della Bruguera ci permette di analizzare il protagonismo delle donne sui temi importanti. Verrà presentato anche un lavoro pensato solo per lo spazio milanese del Pac. Il titolo della mostra è una citazione Hannah Arendt, punto di riferimento imprescindibile per la ricerca di Tania Bruguera. In una leggendaria intervista alla televisione della Repubblica federale tedesca, realizzata da Günter Gaus il 28 ottobre del 1964, alla domanda se ritenesse suo dovere pubblicare tutto quello di cui veniva a conoscenza o vi fossero motivi validi per tacere su alcune cose, Hannah Arendt rispose con la citazione latina fiat veritas et pereat mundus: sia detta la verità anche a scapito del mondo.
Il centrale ruolo delle donne nell’arte non è solo contemporaneo, ma risale ai tempi antichi, sempre vittime di fortissimi condizionamenti sociali. Il progetto curatoriale di Alain Tapié, Anna Maria Bava e Gioia Moria, che abiterà le sale del Palazzo Reale dal 3 dicembre 2020 all’11 aprile 2021, sarà un modo per scoprire le grandi artiste del ‘600, connesse al Barocco. Esposte per “Le signore del Barocco” le opere di alcuni nomi conosciutissimi, come Artemisia Gentileschi, Sofonisba Anguissola, Lavinia Fontana, Elisabetta Sirani e Fede Galizia. «Artiste il cui lavoro è comunque rimasto in ombra e poi riscoperte, spesso con la rilettura critica della loro vicenda biografica. Esistenze sempre in bilico tra il condizionamento sociale e il grande desiderio di emancipazione realizzato attraverso i linguaggi dell’arte», racconta l’assessore alla Cultura. Una mostra collettiva che racconterà molte artiste attraverso un taglio che riguarderà l’evoluzione di linguaggi e degli stili, ma anche la molteplicità delle diverse esperienze. «Il grande merito dei curatori è stato quello di introdurre delle figure femminili che meritano un’attenzione e un considerazione che non avevano ancora ricevuto», ha raccontato durante la presentazione dell’assessore. Infatti a queste artiste già conosciute, se ne aggiungono altre (Barbara Longhi, Diana Ghisi Scultori, Orsola Maddalena Caccia, Giovanna Garzoni, Virginia da Vezzo, Plautilla Bricci, Ginevra Cantafoli) che meritano di essere studiate e valorizzate.
Nel progetto culturale del Comune c’è anche, ovviamente, anche una dimensione locale, cioè tematiche dedicate propriamente a Milano. E’ l’esempio della mostra (da febbraio e aprile 2021) dedicata a Marieda di Stefano, scultrice, artista e collezionista, nella palazzina sede della Casa Museo. Marieda ha diretto per anni la sua scuola di ceramica al piano rialzato di via Jan 15. Mentre al secondo piano si accumulavano le opere della collezione, il cuore creativo della raccolta fioriva nelle relazioni intense e proficue che Marieda stringeva con gli artisti incontrati e con le opere che sbocciavano dalle sue stesse mani. Un’attività di bottega sorprendente e unica per il capoluogo. Da non sottovalutare l’importante attività di ricerca. In mostra, infatti, anche “Il corpo e l’anima, da Donatello a Michelangelo” al Castello Sforzesco da marzo a giugno del 2021. Un’esposizione che racconta della scultura italiana del Rinascimento e che segna una esemplare collaborazione con il Museo del Louvre. Sempre con una cifra locale la mostra “Federica Galli. Green tour” dal 19 marzo al 30 maggio 2021 al Palazzo Morando. Cento acqueforti dell’artista italiana, volta all’idea della rinascita dell’architettura rurale lombarda delle cascine che, esaurito in molti casi il ruolo agricolo operoso del passato, assolve oggi nuove funzioni come luogo di aggregazione, lavoro, salute. L’artista propone anche la rinascita di Milano dalle ferite dei bombardamenti con le evoluzioni urbane: la metropolitana, il nuovo stadio, l’alzarsi dello skyline.
Nairy Baghramian, artista iraniana del 1971, sarà la protagonista dell’esposizione dal titolo “Furla Series #03” al Gam. Da marzo a giugno 2021 la prima personale dell’artista in Italia che farà conoscere le sue opere di grandi dimensioni sia all’interno che all’esterno della galleria.
Nell’estate del 2021 la ricerca di “Grazia Varisco. Il caso, tra le pieghe della mente” avrà luogo al Palazzo Reale. «Al centro l’assoluta non convenzionalità delle forme, il caso, nella mente illuminata di questa grande studiosa e cofondatrice, all’inizio degli anni 60, del Gruppo T di Milano, all’avanguardia delle ricerche artistiche in campo cinetico e programmato», spiega Dal Corno.
L’antologica dedicata a Mario Sironi, curata da Elena Pontiggia e Annamaria Montaldo, sarà un’occasione per raccontare il ruolo di questo straordinario artista, nello scenario della storia artistica italiana. Scultore, architetto, illustratore, scenografo e grafico, negli anni Trenta ha teorizzato e praticato il ritorno alla pittura murale. “Mario Sironi: Il volto austero della pittura”, da luglio del 2021 a marzo del 2022, vedrà le sue opere monumentali spadroneggiare al museo del Novecento. Nato sardo (Sassari), cresciuto romano, ma milanese sin dalla sua giovane adesione all’interventismo futurista, Sironi assume una grande importanza con le sue figure che assumano una fisionomia titanica.
Il Pac, che in questi ultimi anni ha dedicato le sue energie alla ricerca di linguaggi diversi e contemporanei, alle tendenze internazionali, ospiterà una mostra dedicata al Giappone (da novembre 2021 a febbraio 2022). “Japan. Body_perform_live” a cura di Shihoko Iida e Diego Sileo. Makoto Aida, Dumb Type, Mari Katayama, Meiro Koizumi, Yuko Mohri, Saburo Muraoka, Yoko Ono, Lieko Shiga, Chiharu Shiota, Kishio Suga, Finger Pointing Worker/Kota Takeuchi, Yui Usui, Fuyuki Yamakawa, Ami Yamasaki, Chikako Yamashiro. La mostra esplora l’arte contemporanea giapponese degli anni duemila, in particolare le tendenze che coinvolgono il corpo e la performance in relazione a società, ambiente, materialità e tecnologia. Contestualizzando la poetica degli artisti invitati nella genealogia delle avanguardie giapponesi del dopoguerra, o nel recente passato, la mostra affronta questioni esistenziali, trasformazioni sociali, il ruolo della tecnologia, generando dialoghi multistrato tra le opere. «Gettare uno sguardo collettivo sull’arte contemporanea collettiva, un modo per viaggiare verso l’oriente, verso un Paese che si è trasformato, ma mai tralasciando la sua storia e le sue tradizioni, anzi reinterpretandole», precisa l’assessore.
Due sono le grandi mostre che caratterizzeranno, in autunno, la programmazione del 2021 di Palazzo Reale. Una è “Degas”, curata da Maria Teresa Benedetti, oltre 100 opere che provengono da diversi musei da tutto il mondo. Una mostra che ripercorre la biografia e le varie tappe della sua vita artistica. L’altra è “Realismo magico” (dal 6 novembre 2021 al 6 marzo 2022). Filone fondamentale della cultura italiana del Novecento. Forse uno dei momenti dove la relazione del contesto sociale e politico diventa fortissimo nei linguaggi artistici. Severini, Carrà, De Chirico, saranno solo alcuni dei protagonisti dell’esposizione. Dialogo e collaborazione sono alla base di questo evento a cura di Gabriella Belli e Valerio Terraroli. L’accesso alle mostre è contingentato. La prenotazione è fortemente consigliata.
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In copertina: Carla Accardi, foto © Comune di Milano