La lezione del direttore Enrico Mentana alla Triennale Decameron
Si arriva da un tempo di pace in cui «sembrava di aver vinto tutte le partite e le minacce, quelle legate alle carestie e alle malattie, o al riarmo, con un rapporto virtuoso uomo e tecnologia, invece è arrivato il Coronavirus. Un nemico che può arrivare sotto casa. È senz’altro un virus democratico, ma non ci consola. Siamo alle prese con un qualcosa che non conosciamo». Enrico Mentana, ospite dell’iniziativa “Triennale Decameron, storie in streaming nell’era della nuova peste nera” ha spiegato il suo punto di vista sull’informazione e sui cambiamenti della comunicazione politica in questo periodo di emergenza.
Fare informazione significa raccontare e spiegare quello che sta accadendo. Ma non sempre i dati sono certi: a Wuhan i contagi saranno davvero finiti? Il numero di decessi in Cina sarà quello reale?
«Siamo alle prese con una catastrofe che si dilata ogni giorno, e con i numeri dei bollettini la comunicazione rischia spesso di relativizzare la gravità della situazione». E ancora «è un terremoto quotidiano, un’alluvione che si ripete ogni giorno. È come se la terra non smettesse di tremare e non si sa quando inizierà la ricostruzione e a che condizioni. In aggiunta ai deceduti da Covid-19, quante saranno le vittime produttive? E quelle sociali? Se la fine dell’emergenza sarà a scacchiera, saremo alle prese con un paesaggio globalizzato, devastato. Il nuovo sarà da costruire in una terra di incognito». Questo il quadro tracciato in sintesi dal giornalista, direttore del TG LA7 ed editore, che ha concluso il suo intervento in diretta Instagram con un pubblico di oltre 1700 follower richiamando l’attenzione sul futuro: «la vera bomba che ci lascerà il Coronavirus sarà quella sociale». E per la ricostruzione «si esigono grandi campioni della politica e non figuranti».
Nella fase della ricostruzione la competenza farà la differenza. Oggi intanto la scienza ha riacquisito il ruolo che merita
Ogni giorno dalla Regione Lombardia, in particolar modo da Bergamo, Brescia e dal lodigiano, arrivano notizie pesanti con numeri mai visti. «Giornalisticamente – racconta Mentana – siamo abituati a parlare di “strage” con vicende che riguardano 7, 8 persone. Qui sono centinaia che vengono a mancare silenziosamente. E senza un nemico a cui si potrà dire te la faremo pagare».
Leadership e competenza. Sul tema della leadership Mentana sottolinea che «ci vorrebbe forza nella sobrietà: togliere parole e non aggiungere aggettivi». Il momento è unico ed inimmaginabile. Ed ecco che la comunicazione ha portato in prima linea scienziati e virologi, tutto questo a pochi mesi da potenti campagne no-vax che hanno animato anche il nostro Paese. «Nella fase della ricostruzione la competenza farà la differenza. Oggi intanto la scienza ha riacquisito il ruolo che merita».
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