Trent’anni di creazioni in mostra a Parigi. Collaborazioni con registi, fotografi e coreografi
Le scarpe (e non solo) di Christian Louboutin consacrate a vere e proprie opere d’arte. Al punto che il Palais de la Porte Dorée di Parigi ha deciso di dedicare allo stilista, icona della moda mondiale, una mostra che per la prima volta accompagna il grande pubblico nei luoghi e nelle esperienze cari allo stilista, che porta al Palais anche alcuni preziosi pezzi della sua personale collezione, ripercorrendo le tappe salienti del suo percorso artistico e personale.
Appena tenuta a battesimo “Exhibitioniste” è una mostra decisamente intimista. “Exhibition (niste) è un titolo che mi è venuto in mente subito – racconta lo stesso Louboutin – è un gioco di parole tra la parola Exibition che significa esposizione, ma anche rivelare una parte di sé stessi agli altri. Mettersi in mostra è esporsi. Una mostra è per raccontarsi. Dunque Exhibition e Exhibitioniste sono parole vicine nel loro significato. Ma c’è un’idea più sovversiva nel mostrarsi: esponendo il mio lavoro mi espongo in un modo più intimo. Ho investito molto in questo progetto, professionalmente ma anche personalmente. Rivelo molto di me stesso, le mie ispirazioni, il mio processo creativo e volevo che ciò fosse compreso immediatamente dal titolo della mostra”.
Exhibition (niste) è un titolo che mi è venuto in mente subito è un gioco di parole tra la parola Exibition che significa esposizione, ma anche rivelare una parte di sé stessi agli altri.
CHRISTIAN LOUBOUTIN
Nato a Parigi nel 12 ° arrondissement, Christian Louboutin è affascinato sin dall’adolescenza dalla bellezza e dalla ricchezza architettonica e ornamentale del Palais de la Porte Dorée, che
gli fa scoprire molto presto il suo amore per l’arte e le arti applicate – si legge nella presentazione della mostra. Ne trae un repertorio di forme e modelli per le sue prime creazioni tra cui la scarpa ‘Sgombro’ in pelle metallizzata e ispirata all’iridescenza del pesce nell’acquario tropicale. Ecco che con questa mostra, Christian Louboutin celebra i suoi esordi tornando do
ve tutto ha avuto inizio, proprio il Palais de la Porte Doréé.
Sin dagli esordi si cimenta con molteplici forme e colori, una ricchezza frutto del suo amore per le arti e le culture. Sgargiante, audace, aperto al mondo, generoso, l’universo dell’artista si nutre con la passione per i viaggi, i riferimenti al mondo della cultura pop, dell’entertainment, della danza, della letteratura e cinema.
Divisa in dieci capitoli, la mostra copre quasi trent’anni di creazione di Christian Louboutin ed evidenzia le diverse fonti di ispirazione e l’evoluzione del processo creativo. Si parte
dall’Antichambre, all’ingresso il visitatore è accolto da un oggetto chiave: il cartello che proibiva di indossare i tacchi negli spazi dell’ex Museo delle arti africane e oceaniche e che ha segnato il giovane Christian Louboutin, visitatore diligente e abbagliato dal Palais de la Porte Dorée, al punto da disegnarlo e riprogettarlo all’età di 11 anni. Sarà questo cartello a ispirare in seguito la scarpa Pigalle, che verrà reinventata nel corso degli anni e delle stagioni.
Il percorso si snoda poi attraverso le tappe più importanti: dai primi anni alla sala dei tesori, dai nudi all’atelier, dalle suggestioni all’immaginario. In mostra alcune delle opere più preziose della personale collezione di Louboutin che si accompagneranno con i lavori realizzati in collaborazione con artisti, registi e fotografici di fama mondiale. Dalle vetrate della Maison du Vitrail a un palanchino d’argento sivigliano fino a un cabaret scolpito nel Bhutan: queste alcune delle opere protagoniste. E fra le collaborazioni si contano quelle con il regista e fotografo David Lynch, l’artista multimediale neozelandese Lisa Reihana, il duo di designer Whitaker Malem, il coreografo spagnolo Blanca Li, l’artista pakistano Imran Qureshi.
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