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Il 2020 è l’anno Italia-Cina: cultura e turismo rafforzano i rapporti bilaterali

In programma iniziative che spaziano dalle mostre alla firma di un protocollo d’intesa per promuovere luoghi meno noti dei reciproci patrimoni


Mezzo secolo di relazioni istituzionali tra Italia e Cina sono il substrato su cui è stato costruito il programma dell’anno della cultura e del turismo. Dalle mostre, al cinema con le coproduzioni, dalla lirica al teatro, fino ai concerti a “due nazioni” di cui Roma è stata testimone nella serata del 21 gennaio: due direttori d’orchestra e un programma misto eseguito dalla JuniOrchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e dei solisti dell’Orchestra sinfonica nazionale della Repubblica Popolare Cinese. Una delle iniziative per migliorare la conoscenza della storia e dell’arte di due superpotenze in materia, depositarie entrambe del primato di siti tutelati dall’Unesco. Con l’inserimento delle rovine archeologiche della città di Liangzhu e delle riserve ornitologiche degli Uccelli Migratori situate lungo la costa del Golfo di Bohai, infatti, la Cina ha raggiunto l’Italia al vertice della classifica con 55 siti.

Parco della Musica, Roma

Un concerto che, ha annunciato Francesco Rutelli, presidente del Forum Culturale Italia-Cina, si ripeterà nella formula nel corso dell’Expo di Dubai 2020. «Dobbiamo crescere insieme, anche in considerazione dei tanti siti che l’Unesco ci impegna a tutelare e proteggere. Grazie a iniziative bilaterali che organizzeremo come governi dei due Paesi, al lavoro che comunque proseguirà in tutti i settori della cultura e a questa bella idea dei gemellaggi tra i siti Unesco» ha affermato il ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, Dario Franceschini intervenendo sul palco.

«La conoscenza è l’antidoto per le paure che attraversano il mondo globalizzato» – ha continuato, anticipando la sottoscrizione di un nuovo protocollo d’intesa mirato a una collaborazione più strutturale e l’impegno a fare conoscere ai rispettivi cittadini i luoghi meno noti dei reciproci patrimoni turistici e culturali.

I due ministri della cultura Franceschini e Shugang

Il programma degli scambi culturali prevede nei prossimi mesi la realizzazione di una mostra dedicata a Leonardo da Vinci al museo provinciale dello Sichuan a Chengdu, un’esposizione dedicata alla scultura antica promossa al Museo Nazionale della Cina di Pechino dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli e, sempre a Pechino, una mostra per celebrare i cinquant’anni del Comando Tutela Patrimonio Culturale, mentre alla Reggia di Caserta si terrà una mostra sui guerrieri di terracotta del mausoleo di Quinshiguandi di Wi’an.

Intanto all’Auditorium è stata inaugurata la mostra fotografica sul patrimonio mondiale in Cina e Italia: 110 siti riflessi in un complesso di opere fotografiche di varia provenienza. L’esposizione replica l’idea dei gemellaggi anche nella disposizione, accomunando ad esempio le terrazze di riso degli Hani sul Fiume Rosso e i paesaggi vitivinicoli del Piemonnte.

Noi rappresentiamo due civiltà diverse con la via della seta come ponte per la condivisione delle conoscenze, come è avvenuto in passato. Oggi parliamo un linguaggio comune e la cooperazione testimonia che si può dialogare e armonizzare le conoscenze.

Luo Shugang, ministro della Cultura e del Turismo cinese

La via privilegiata per rafforzare i rapporti è il turismo. Importante la crescita per i flussi in ingresso dalla Cina: nel 2019 gli arrivi aeroportuali sono aumentati del 16% secondo i dati elaborati da Enit, con soggiorni prevalentemente dalle 9 alle 13 notti per 2 o 3 persone; un aumento in linea con l’incremento dei viaggiatori, che nel 2018 è cresciuto del +15,5% rispetto al 2017.

«L’Italia – ha osservato il sottosegretario di Stato del Mibact, Lorenza Bonaccorsi, nel corso del panel di apertura del Forum – rappresenta la meta preferita dei visitatori cinesi e primeggia in Europa superando Francia, Germania e Spagna. Alla vacanza culturale in Italia i turisti cinesi hanno destinato 353 milioni di euro, il 56,8% della spesa totale». Mossi oltre 650 milioni di euro con un incremento del 40,8 per cento. Lombardia, Lazio, Toscana, Veneto e Piemonte le regioni preferite: insieme rappresentano l’88,4% del totale speso dai cinesi in Italia.

Inaugurazione della mostra

Che è sempre più una meta unica e non una tappa di un tour europeo, ha rimarcato Li Xinyu, vicepresidente di Trip.com, una delle principali agenzie di viaggio online del mondo, che ha anche approfondito il tema del cambiamento rispetto alle esigenze del “turista medio”. «Ora la prima esigenza è condividere l’esperienza, quindi il wi-fi è tra le richieste prioritarie seguito da modalità di pagamento smart tramite cellulare. E dallo shopping, perché decine di migliaia di gruppi cinesi arrivano in Italia per acquistare negli outlet».

«Nuove sfide verranno dall’anno Italia-Cina, una linfa benefica per la Penisola che avvia in campo turistico nuove strategie di innovazione e di centralità della cultura nell’ambito dell’offerta dedicata ai viaggiatori cinesi», ha affermato Maria Elena Rossi, direttrice marketing Enit. Nella strategia dell’Agenzia Italiana per il turismo, presentata nei giorni scorsi (leggi anche il pezzo “il turismo 2020 secondo l’Enit”) l’apertura di due nuove sedi a Shanghai e Guangzhou, l’organizzazione di fam trip dedicati a stakeholder e opinion leader del turismo cinese, il consolidamento della partnership con Ctrip, portale di riferimento per il turismo in Cina nell’ambito delle prenotazioni di trasporti e hotel e vendita di pacchetti soggiorno e la partecipazione alle principali fiere ed eventi di settore in Cina.

Obiettivo sostenibilità: la crescita di volume della domanda dovrà trovare un’offerta che valorizzi anche le aree “minori” perché meno note del Belpaese.

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