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Rinascimento 4.0, l’arte digitale nel cuore di Firenze

L’evento, organizzato da VAR group, ha permesso ai visitatori di immergersi nelle opere di due giovani artisti italiani


Nel XX secolo sono decine le correnti artistiche che si sono alternate, sovrapposte se non amalgamate fra loro: dal cubismo di inizio secolo, alla pop art del secondo dopoguerra per arrivare al massurrealismo degli anni ’90. Alla base del fiorire di così tanti stili, oltre ai rapidi cambiamenti che il “Secolo breve” ha portato con sé, non si può non considerare la sempre più veloce evoluzione tecnologica che ci ha condotto, in poco più di 100 anni, dal guardare film muti e in bianco e nero, ad entrare letteralmente in ambienti virtuali. E proprio l’utilizzo degli ultimi dispositivi nel campo degli hardware e dei software ha permesso la nascita della “digital art”.


Ieri sera, a Palazzo Strozzi (Firenze), si è tenuto l’evento “Rinascimento 4.0”, ospitato all’interno della mostra “Nascita di una Nazione – Tra Guttuso, Fontana e Schifano”. L’appuntamento è stato il primo del progetto Var Digital Art, pensato per dar vita ad una contaminazione tra il mondo dell’impresa, dell’arte, della tecnologia e dell’innovazione.


L’iniziativa organizzata da VARgroup, società da anni attiva nel campo della digitalizzazione e innovazione delle imprese del settore ICT (Information and Communication Technology), punta esattamente a dare spazio a questa nuova forma di espressione artistica. A questo scopo è stata data ai visitatori la possibilità di sperimentare diverse espressioni di arte digitale, grazie alle opere di due giovani italiani e alla musica di altrettanti compositori internazionali.

Ma che cos’è la digital art? “Per capirlo basta guardarsi intorno – spiega Danila Ipri De Santis, curatrice di ‘Rinascimento 4.0’ -, la troviamo negli effetti speciali del cinema, nella musica elettronica, nelle gif che vediamo sui social.L’arte digitale ci permette di vistare dei luoghi che non esistono, ma anche altri che esistono, senza la necessità della nostra presenza fisica. In questo momento l’arte, quella vera con la A maiuscola, viaggia insieme alla tecnologia. Senza software, hardware e la loro continua evoluzione, questa nuova corrente espressiva non potrebbe esistere”.

Ad esporre i propri lavori saranno due artisti italiani già conosciuti a livello mondiale. “Uno è Fabio Giampietro – racconta la De Santis -, un artista poliedrico che permetterà ai visitatori di entrare nelle sue grandi tele rappresentative delle nuove vertigini urbane, grazie all’utilizzo di visori per la realtà virtuale di ultimissima generazione. L’altro si chiama Marco Mendeni e porterà le sue visioni traslate su tele dipinte ad olio, tecnica molto cara alla nostra antica tradizione. Lui in particolare, grazie alla galleria milanese ‘Area 35 art gallery’, porta avanti la sua attività da quasi un decennio, un’enormità in questo campo”.

Le opere. “HYPERPLANES OF SIMULTANEITY – The Wave Final” di Giampietro, è stata realizzata con la tecnica della sottrazione di olio su una tela di grandi dimensioni (360x180cm) ed è caratterizzata dalla sintesi fra due elementi principali: la pittura e la realità virtuale. L’esperienza immersiva è stata invece fruibile grazie a dei visori dalle alte prestazioni. Scopo dell’artista è quello di costruire un ponte fra la tradizione e le nuove tecnologie, fra passato, presente e futuro.

HYPERPLANES OF SIMULTANEITY – The Wave Final © Fabio Giampietro

 

r-lightTweakSunlight è invece l’opera realizzata da Mendeni e composta da un video di 10 minuti e una tela dipinta ad olio (150x100cm). Attraverso l’utilizzo del motore virtuale CryENGINE e l’alterazione dei codici della macchina, con l’inserimento programmato di “bug” nel sistema, il pubblico è stato trasportato attraverso mondi simulati ancorati alla fisicità della tela. Medium diversi in grado di tracciare un preciso orizzonte degli eventi nel contesto storico dell’arte umana.

r-lightTweakSunlight – courtesy of AREA35 Art Gallery

 

La musica. Come detto, per dar vita ad un’esperienza realmente completa nel mondo della digital art, l’evento ha ospitato anche due musicisti. William Orbit, compositore e record producer inglese, le cui collaborazioni includono Blur, Depeche Mode e Madonna, e Bochum Welt, al secolo Gianluigi Di Costanzo, autore e produttore nostrano che ha all’attivo collaborazioni con Aphex Twin e Thomas Dolby.

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