In fiera a Verona tutte le novità di chi fa sposare il mondo del vino con quello dell’Ict
Dotare ogni singola bottiglia di vino di un’etichetta intelligente. Una vera e propria “carta d’identità” digitale in cui registrare informazioni su vigneto, cantina, modalità di lavorazione e produzione, e quant’altro possa certificare la provenienza e soprattutto la qualità del prodotto. È questa la sfida che vede protagonista il settore vitivinicolo italiano e non solo. Lo scorso 12 marzo le principali organizzazioni europee dei produttori di bevande alcoliche (vino, birra, distillati e sidro) hanno presentato al Commissario europeo alla salute Vytenis Andriukaitis una proposta di etichetta elettronica in cui inserire informazioni su “ingredienti” e valori nutrizionali. A dimostrazione di quanto sia crescente l’interesse sulla questione della “tracciabilità” e della qualità dei prodotti.
Secondo i risultati dello studio “Atteggiamenti e comportamenti del consumatore del vino e nel rapporto con la Gdo” commissionato da Veronafiere in collaborazione con il Cra (Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura) le informazioni sulla tracciabilità del prodotto influenzano il 74% dei consumatori nell’acquisto del vino. Nove consumatori su dieci – dicono gli esperti del Gambero Rosso – vorrebbero conoscere maggiormente i vini italiani ed i criteri di certificazione d’origine.
E dalla ricerca “Vino & Giovani” promossa dall’Istituto Marchigiano di Tutela Vini, risulta che oltre il 70% dei consumatori sarebbe disposto a pagare un prezzo più alto a fronte di una garanzia di trasparenza e provenienza. E last but not least il 58% del mercato trade internazionale si dichiara aperto all’adozione di strumenti di tracciatura a supporto delle vendite di vino sugli scaffali, proprio in nome dell’interesse manifestato dai consumatori. In attesa di una risposta a livello comunitario, sono numerosi gli attori del comparto e le aziende del settore Ict che si stanno muovendo con progetti e iniziative ad hoc.
La 52esima edizione del Vinitaly che andrà in scena a VeronaFiere dal 15 al 18 aprile sarà un’occasione anche per fare il punto sulle novità “digitali” e sulle opportunità offerte da tecnologie quali la realtà aumentata e la blockchain
A proposito di blockchain la “storica” Casa Girelli ha deciso di sperimentarne le potenzialità nel processo di produzione del vino biologico “Nero d’Avola La Mura Bio”. Grazie ad uno speciale Qr Code applicato sulle singole bottiglie è possibile, semplicemente avvicinando lo smartphone, ottenere informazioni quali provenienza, caratteristiche organolettiche e punto vendita. Il progetto è stato implementato da EY in collaborazione con la startup EzLab, dopo circa 12 mesi di incubazione e dopo aver realizzato il primo progetto pilota nel 2017. Ed è solo una delle iniziative che vede protagonista la società capitanata in Italia da Donato Iacovone: a Milano nei giorni scorsi è stato infatti inaugurata “EY Wavespace”, cittadella in cui vengono realizzate e testate tecnologie innovative. Fra queste c’è Trackey-Wine Blockchain, piattaforma per la tracciabilità della filiera viti-vinicola già in uso presso l’azienda Placido Volpone. E sono oltre una decina i progetti avviati con le principali aziende italiane ed estere i cui dettagli saranno svelati nelle prossime kermesse di settore, a partire dal Vinitaly di Verona.
“La tecnologia Blockchain – spiega EY – consente di ottenere un risparmio del 20% nelle attività di quality & assurance nei controlli di filiera, grazie alla digitalizzazione dei registri dei trattamenti, garantendo inoltre un livello di differenziazione dell’azienda e supportando il processo di profilazione della clientela. Grazie alla blockchain inoltre si ottiene un Qr-code univoco non replicabile e quindi non soggetto a contraffazione”.