Immaginando il futuro, il ruolo della letteratura. Un nuovo libro curato dal giallista e architetto Gianni Biondillo
Giallisti e architetti contemporanei insieme per raccontare la città. Un’accoppiata insolita, per narrare la metropoli con i suoi cambiamenti e le sue inquietudini, un argomento dalle mille sfaccettature e dalle sfumature misteriose, che si è prestato a molteplici narrazioni, dalla poesia di Federico García Lorca alla cruda non-fiction di Olivia Laing, ma che raramente ha incontrato l’architettura. Da qui l’idea di combinare lo sguardo del narratore noir con l’occhio del progettista, nel volume di EuroMilano per la collana Tracce, in seno alla rivista About Cities.
“Elementi di urbanistica noir”, curato dal giallista e architetto Gianni Biondillo, raccoglie i contributi di altri cinque giallisti italiani di grande successo: Roberto Costantini, Maurizio De Giovanni, Carlo Lucarelli, Valerio Varesi, Marco Vichi. Gli autori, in un viaggio dal Sud al Nord del Paese, lungo la dorsale dell’autostrada A1, raccontano le città attorno alle quali si snodano le avventure dei loro investigatori attraverso una selezione di brani tratti dai loro romanzi più celebri. Si parte da Napoli, passando per Roma, Firenze, Bologna, Parma per poi giungere fino a Milano: un viaggio che darà vita alla scoperta di innumerevoli scenari urbani, grazie anche alle immagini dell’architetto Marialuisa Montanari.
Il libro approda anche alla nona edizione di Bookcity, la fiera del libro meneghina, con un evento in diretta streaming sui canali social di EuroMilano sabato 14 novembre alle 17.30, un talk durante il quale interverranno Gianni Biondillo, l’ad di EuroMilano Attilio Di Cunto, lo scrittore Andrea Kerbaker, Marialuisa Montanari e l’architetto Cino Zucchi.
«La rivoluzione industriale ha fatto dell’Ottocento il secolo dove le città si preparavano a diventare metropoli» si legge nell’introduzione di Gianni Biondillo. «Le nuove città che stavano sorgendo, parlo di Londra, Parigi, New York, erano, e sono, il posto dove l’anonimato, la varietà, la complessità, diventano la norma. I percorsi e i paesaggi urbani sempre uguali delle città preindustriali si trasformano in percorsi e paesaggi sempre differenti, tutto si trasforma, di continuo, con relativo aumento del senso del pericolo che allerta tutti i sensi. La città industriale ripropone un involontario senso del wilderness, si fa selvaggia, oscura, misteriosa. Questa città moderna ha bisogno di regole. È in questa temperie culturale – prosegue Biondillo – che nasce la disciplina dell’urbanistica. E di conseguenza la letteratura poliziesca, come narrazione delle inquietudini metropolitane. La città industriale, mutevole e imprevedibile, accoglie un groviglio di disperazioni e di umanità» aggiunge. Si sperimenta così «una solitudine differente da quelle precedenti. Non è più quella del viandante o del pellegrino. Di soverchiante non c’è il paesaggio, ma l’estraneità con chi ti sta vicino. Soli nella moltitudine, soli perché non ci si conosce, si è estranei, anonimi».
«La città è un fatto umano e come tale, l’idea di modificare brani di città, pescando dall’esperienza del passato, studiando il presente, immaginando il futuro e attingendo da qualsiasi forma di espressione umana, è il metodo che intendiamo utilizzare ogni giorno» ha dichiarato Attilio Di Cunto, amministratore delegato di EuroMilano.
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In copertina: Autostrada del Sole © EuroMilano