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Un viaggio nella storia e nel design di Nike attraverso le sue scarpe

Al Vitra Design Museum una mostra dedicata al celebre brand sportivo americano


Sport e design: due sfere sempre più interconnesse, unite all’unisono per creare attrezzatture all’avanguardia. Prodotti segnati dal connubio tra qualità estetiche e materiali innovativi che nascono dalla ricerca scientifica interdisciplinare, pensati per ottimizzare le performance degli atleti e poi aprirsi alle necessità degli appassionati.

Dal mondo delle trainer, illustrato nel percorso espositivo di “Sneakers Unboxed: Studio to Street” fino al grande successo dello streetwear e del contemporaneo athleisure, sono diversi i fenomeni protagonisti della moda e dei cambiamenti sociali degli ultimi anni che sono divenuti oggetto di analisi ed eventi in molteplici istituzioni culturali.

Di queste fa parte anche Nike: Form Follows Motion: un’opportunità per immergerci nel passato, presente e futuro del grande brand statunitense.


Allestita nelle gallerie del Vitra Design Museum la mostra ripercorre i primi cinquant’anni dell’azienda e mette in evidenza il ruolo dello sport nell’ambito del design e delle dinamiche sociali,


evidenziando la straordinaria devozione che le persone, anche attraverso i social media, hanno ancora verso il mito delle scarpe da tennis e dell’abbigliamento sportivo.

Nata negli anni ’60 come start-up locale, Nike fu fondata ufficialmente nel 1972. Oggi il suo quartier generale è a Portland, e il suo fatturato annuo supera i 50 milioni di dollari. Tra le società leader nel settore dell’abbigliamento sportivo, Nike si presenta come un fenomeno globale, noto per aver portato sul mercato prodotti inconfondibili, per il suo interesse continuo verso il design e per il suo impegno verso la sostenibilità e la ricerca dei materiali innovativi.

«Oltre al nostro interesse per l’evoluzione di questi prodotti iconici – spiega Glenn Adamson, curatore dell’esposizione – abbiamo voluto puntare l’attenzione anche sul contesto storico-sociale più ampio che gravita attorno a Nike. Da oltre cinquant’anni lo sport ha un fortissimo impatto sulla percezione del corpo umano, che va ben oltre i risultati che si possono ottenere in pista, come per esempio nel caso dei ruoli di genere. La mostra approfondisce come questo brand abbia studiato e risposto a questi cambiamenti, dall’enfasi inziale sulle prestazioni, fino a un discorso più ampio che tocca i temi della diversità e dell’inclusione. Lo studio delle strategie applicate al design che Nike ha portato avanti ci fornisce una panoramica più chiara anche sul contesto culturale generale».

Organizzato in quattro sezioni cronologiche, il percorso pone in primo piano opere provenienti dal Department of Nike Archives (Dna), a cui appartengono oltre 200mila articoli. In mostra non sono solo i modelli iconici del marchio, ma anche gli studi originali sul design delle componenti, i pezzi unici e i prototipi sperimentali di sneaker leggendarie come le Waffle trainer, le Shox e le Air Force One. Particolare enfasi è data alla presentazione delle menti creative coinvolte nello studio di calzature e abbigliamento, tra le quali compaiono, oltre ai designer interni, anche stilisti famosi quali Marc Newson, Virgil Abloh e Comme des Garçons. C’è spazio persino per il ruolo di atleti, campioni o semplici sportivi, le cui esigenze emergono nello studio del design e nel’elaborazione delle componenti firmate dal gruppo. Track il titolo del capitolo introduttivo, che presenta le prime realizzazioni di Nike, opera del runner Phil Knight e del suo allenatore Bill Bowerman.

Il racconto prosegue con la sezione rivolta agli anni ’80 dal titolo Air. Tempi di grande sviluppo e successo per Nike grazie alla partnership con figure di rilievo del mondo delle gare, all’apertura della produzione dedicata a nuove discipline come la pallacanestro, il tennis, lo skateboard e il calcio, e al suo legame con la cultura pop e lo streetstyle. In primo piano l’evoluzione della suola Air, scoperta dall’ingegnere Frank Rudy, narrata attraverso l’esposizione di molteplici modelli che ne illustrano le fasi di studio. Una tecnologia introdotta da Nike come “capsule di gas pressurizzato capace di ammortizzare ma senza appesantire” che fu resa trasparente e visibile dal 1987 con le Air Max.

Sensation l’ingresso alla terza area, dinamica nel presentare le linee guida di ricerca e progettazione della società immergendosi nel Nike Sport Research Lab, una struttura all’avanguardia nello studio dei movimenti del corpo umano. Tra i prodotti di successo le Vaporfly e le Nike Free, capaci di simulare la corsa a piedi nudi; mentre Flyknit sottolinea l’approccio del design verso l’uso di materiali innovativi e principi di sostenibilità. In mostra anche le attuali linee guida per limitare l’impatto climatico dell’azienda, utilizzando materiali da fonti sostenibili e produzione circolare. Per quanto riguarda il riuso della plastica, l’esempio è Nike Gring, granulato proveniente da componenti riciclate.

Nike: Form Follows Motion, si conclude con una stanza con cinquanta calzature, protagoniste della storia e del successo del brand. Prodotti nati non solo dalla collaborazione tra l’azienda e i designer, ma anche progetti creati con atleti e la propria community. in evidenza il ruolo di Nike nella cultura pop e nella contro-cultura attraverso i social media, insieme ai molteplici risultati positivi che nascono dalla simbiosi tra sport e design. La mostra sarà visitabile al Vitra Design Museum fino al 4 maggio 2025 per poi passare ad altri musei nel mondo.

In copertina: Installation view »Nike: Form Follows Motion« © Vitra Design Museum, Photo: Bernhard Strauss

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