Chef e barman appena trentenni per il locale di Andrea Girolami e dei fratelli Emidio e Fabrizio Pacini progettato dall’architetto Daniela Colli
Per chi desidera bere qualcosa di speciale in un posto fuori dal comune, a Roma è nato “Lión”, ristorante e cocktail bar a pochi passi dal Pantheon. Dalla proposta enogastronomica al progetto degli interni, questo nuovo locale è una vera e piacevole sorpresa, una meta elegante, avvolgente e intrigante. Non si tratta solo di bere e mangiare qualcosa di speciale, ma anche di godere di un ambiente dalla forte personalità, dai colori decisi e dall’atmosfera che richiama la dolce vita. L’idea è di Andrea Girolami e dei fratelli Emidio e Fabrizio Pacini, soci del “Gruppo Tridente Collection” che possiede undici boutique hotel (di cui dieci a Roma), core business della corporate. Liòn è l’unico ristorante di proprietà sganciato dall’attività alberghiera, nato esattamente di fronte a uno dei loro hotel.
Giovani – poco più che trentenni – , lo chef e il barman hanno già importanti esperienze alle spalle.
Il primo è Luca Ludovici (classe 1986): convinto sostenitore del lavoro di squadra, si è formato e ha lavorato presso “Panda” con Giulio Terrinoni, “George’s” di Antonio Sciullo, “Alma” di Gualtiero Marchesi, “Le Gavroche” di Michel Roux (a Londra), “Le Calandre” di Massimiliano Alajmo. La sua filosofia si estrinseca nella freschezza, nella stagionalità e nella qualità delle materie prime per una “cucina di sostanza”, come la definisce. Il suo menu propone piatti a base di speck d’anatra, battuta di fassona, prosciutto di Bassiano, salmone selvaggio. Le verdure provengono da un orto biodinamico. Tra i piatti di punta spiccano l’impepata di cozze ai tre pepi con lime e zenzero, il Tonnarello aglio nero, colatura di acciughe e ciambella di Carpineto, i saltimbocca di capesante con prosciutto crudo e salvia.
Il secondo, Antonio De Meo (classe 1988), ha frequentato i corsi per “Bar Management” e “Mescita e Miscelazione” all’Aibes (Associazione Italiana Barman e Sostenitori di Roma). Dopo la formazione ha lavorato in diversi alberghi fra Roma e Firenze: dall’”Hotel De’ Ricci” (Roma) al “Sofitel Luxury Hotels & Resorts” (Roma), dallo “Splendor Parthenopes Restaurant & American Bar” (Roma) fino all’”Hotel MGallery Cerretani” (Firenze). Sul fronte dei cocktail uno dei più apprezzati è il Caravaggioˈs Legacy, «un drink ˈcoraleˈ – composto da una degustazione di tre piccoli Martini Cocktail – che prende ispirazione dalle opere del Caravaggio durante il suo periodo di permanenza a Roma», racconta il barman.
L’esperienza enogastronomica si unisce a quella dell’ambiente dalle linee audaci e dai colori saturi in contrapposizione con l’austerità del palazzo storico
Due i livelli su cui si sviluppa il locale: il piano terra, completamente proiettato all’esterno grazie alle grandi vetrate delineate da una spessa cornice di travertino, accoglie il ristorante, mentre il piano interrato, al quale si accede attraverso una scala in marmo impreziosita da dettagli in ottone, ospita la cucina e la cantina. Realizzato da Daniela Colli, «Lión è un universo di colori, materiali e geometrie che si fondono con grande coerenza formale per offrire al cliente un’esperienza totalizzante tra design e cucina», racconta la progettista. La figura del cerchio, i fregi sottili e arcuati, i profondi screen a losanga tridimensionale della boiserie laccata colore ottanio, i vetri colorati in pasta, le grandi colonne rivestite in mosaico, il bancone in vetro diamantato turchese e piano in ottone fresato sono gli elementi progettuali protagonisti del locale. Soddisfatti i committenti che spiegano come la Colli sia «(…) riuscita a dare vita a una situazione assolutamente intrigante. Non a caso, tanto i clienti quanto la stampa di settore rimangono molto colpiti dall’impatto ˈscenicoˈ di un locale non omologato e diverso da tutti quelli che fanno parte della nouvelle vague della ristorazione capitolina».
Ingredienti per 4 persone:
320 gr spaghettoni
4 gr peperoncino fresco
20 gr olio extra vergine di oliva
20 gr aglio nero
10 gr colatura di alici di Cetara
5 gr finocchietto selvatico
4 gr alici di Cetara
20 gr ciambella di Carpineto
Procedimento
Cuocere gli spaghettoni in abbondante acqua salata. In una padella a “freddo” unire il peperoncino tagliato in brunoise, l’olio, l’aglio nero precedentemente schiacciato e ridotto a crema, la colatura di alici e 3 grammi di finocchietto tritato.
Portata a cottura la pasta, unitela alla salsa per poi mantecarla con 10 grammi della ciambella di Carpineto grattugiata, creando cosi una crema densa e ben legata. Guarnire con 2 losanghe di filetti di acciughe, il restante della ciambella di Carpineto e il finocchietto selvatico.
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