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Città, infrastrutture e non solo: le meraviglie del Digital Twin

Grazie ai gemelli digitali si possono monitorare strade, ponti e gallerie. Riprogettare la mobilità, e persino proteggere i fiumi


Monitorare in tempo reale strade, ponti e gallerie. Riprogettare la mobilità urbana in chiave smart e sostenibile. Mappare le reti in fibra sotterranee per evitare duplicazioni e sprechi. Il tutto attraverso i cosiddetti digital twin, gemelli digitali che non solo riproducono in tutto e per tutto le infrastrutture fisiche ma che sono in grado, grazie all’integrazione di tecnologie quali il machine learning e l’intelligenza artificiale, di simulare scenari offrendo un supporto concreto alle pubbliche amministrazioni per una pianificazione più accurata, per gestire le attività di manutenzione evitando errori e abbattendo i costi, per elaborare progetti in chiave ecosostenibile e, soprattutto, per migliorare la vita e la sicurezza dei cittadini.

In Italia sono molti i progetti in corso. Municipia, società del gruppo Engineering, e Yunex hanno avviato una partnership per dare vita a un ecosistema “componibile” di piattaforme, il Mobility Digital Twin, che raccogliendo i dati dai sensori IoT (Internet of things) disseminati sul territorio – quelli presenti sulle telecamere ma anche sui mezzi pubblici e sulle centraline per il monitoraggio della qualità dell’aria – è in grado di elaborarli e interpretarli restituendo simulazioni sulla corretta gestione della mobilità, inclusa quella all’interno delle Ztl, anche in termini di trasporto merci, bike sharing e aree di sosta, così come sulla manutenzione degli spazi urbani, l’abbattimento del rumore, di congestioni, di occupazione del suolo.


Per evitare inutili scavi, che includono costose spese sul ripristino del manto stradale nonché di cantiere, Open Fiber ha messo a disposizione dei Comuni la piattaforma RealCity specificamente dedicata alla progettazione delle reti in fibra ottica urbana.


Si tratta di un modello tridimensionale e reale del territorio, che consente di effettuare misurazioni e rilievi da remoto, rendendo dunque più rapida ed efficiente la fase progettuale delle reti. Dal conteggio degli edifici da cablare, al numero delle unità immobiliari di ogni edificio, dalla quantità di abitazioni singole presenti in una determinata via: il gemello digitale è in grado di fornire tutte le informazioni preliminari e determinanti per capire quali lavori devono essere effettuati, la tipologia di scavo più adatta e le tempistiche di cantiere. Il tutto senza inviare tecnici fisicamente sul territorio, che si traduce in un importante risparmio di risorse e in una maggiore velocità nell’esecuzione. E tutte le fasi di realizzazione potranno essere monitorate da remoto.

Sempre in tema di infrastrutture è stato tenuto a battesimo a inizio anno il progetto Mind The Bridge per il monitoraggio e la gestione delle infrastrutture partendo dai ponti. Anche in questo caso si fa leva su un digital twin e l’iniziativa è frutto della sinergia tra il dipartimento di ricerca e innovazione di Harpaceas e un consorzio che vede in campo Gruppo Fos – a capo del progetto – Infocom, JI Droni, Università di Genova, Darts e G.ter.

I gemelli digitali stanno riscontrando successo anche per la gestione di territori che escono dai confini urbani: l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale (Aubac) sta mettendo a punto insieme con Microsoft, Lutech, Esri, Ett, Msb e Porini una data platform – e si tratta di una novità assoluta per un ente pubblico in Italia ma anche in Europa – in grado di fornire in tempo reale un quadro completo e continuamente aggiornato dello stato ambientale del territorio che fa capo al distretto e dell’utilizzo delle risorse idriche. In dettaglio, il gemello digitale, a base di intelligenza artificiale, consentirà di consultare mappe e informazioni riguardanti la pianificazione del rischio idrogeologico – dai fenomeni franosi ai rischi alluvioni fino alle aree interessate da incendi – incluse quelle sullo stato chimico dei corpi idrici fino alle condizioni climatiche per simulare scenari di severità idrica.

Già pronto il gemello digitale del Po e del Nord Italia: a realizzarlo il gruppo di ricerca internazionale guidato da Luca Brocca, del Consiglio nazionale delle ricerche, usando anche i dati dei satelliti del programma Ue Copernicus per prevedere gli impatti dell’acqua sul territorio. E si punta a estenderlo a tutto il Mediterraneo, poi Europa e Africa.

In copertina:  ©BNIMIT, Envato

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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